Gazzetta di Reggio

Reggio

La battaglia legale

Multe non valide se l’autovelox non è omologato

Stefano Luppi
Multe non valide se l’autovelox non è omologato

La Cassazione apre all’annullamento delle sanzioni «Non basta l’approvazione». Conti pubblici a rischio

23 aprile 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Andrea Nalesso, avvocato di Treviso, per alcuni da giorni è una sorta di eroe – legale al contrario di “Fleximan” – per chi incappa in multe per eccesso di velocità rilevate da strumenti elettronici, quegli autovelox che periodicamente fanno discutere (e arrabbiare) tanti automobilisti. Nalesso infatti è arrivato fino alla Cassazione, che nei giorni scorsi ha emesso una sentenza che potrebbe mettere a rischio i bilanci dei Comuni italiani. Al cittadino-avvocato, infatti, è stata annullata una multa per eccesso di velocità poiché, secondo la sentenza della Cassazione, l’autovelox interessato non era “omologato”, ma solo “autorizzato”. E visto che molti di questi strumenti in giro per l’Italia con ogni probabilità non lo sono, ecco che potrebbero piovere i ricorsi.

Per contro i Comuni ricordano che per arrivare a posizionare un velox occorrono molte autorizzazioni che vedono il via libera solo su strade pericolose, visto che l’obiettivo è abbassare il numero di morti e feriti. E forse il modo di risolvere il problema c’è: domani si dovrebbe discutere in Senato la modifica della norma su questo che pare più che altro un problema terminologico (omologazione ed autorizzazione, appunto), senza dimenticare che la forma è anche sostanza.

Sentenza e norme

Si è discusso sui termini “approvato” ed “omologato”, dunque. I due termini sostanzialmente sono stati spesso accomunati, ma nel 2020 il Ministero ha smesso di omologare i rilevatori: nel Codice della strada le due pratiche sono distinte, visto che l’omologazione comporta passaggi tecnici precisi mentre l’approvazione è una azione più “opaca”, con molti Comuni che si sono accomodati su questa seconda strada. Va anche ricordato che la Suprema Corte, in questo caso, non ha emesso una sentenza a Corti Unite, tanto che potrebbero arrivare anche sentenze di segno opposto.

“Far cassa” con le multe?

Quel che è certo, ed ecco perché la questione è divenuta rilevante, è che numerose amministrazioni locali contano (del tutto legalmente) su queste entrate per integrare i bilanci. Lo si vede dai numeri che pubblichiamo, desunti dal sistema telematico statale “Siope” che censisce i movimenti di cassa delle amministrazioni stesse. Gli italiani nel 2023 hanno pagato 1,535 miliardi di euro di multe mentre il solo Comune di Bologna nel 2022 ha visto entrate da contravvenzioni 43 milioni di euro, di cui il 10% per violazioni dei limiti di velocità. A Ferrara su 4,3 milioni di entrate il 50% è per gli eccessi di velocità, a Modena i due numeri sono rispettivamente 12 milioni e 5,6 milioni e a Reggio sul totale di 5,6 milioni, per violazione dei limiti si hanno appena 720mila euro. Ma è forse nei piccoli comuni che si tende a fare “cassa”, magari attraverso velox sulla strada principale che diviene un piccolo eldorado.

Associazione dei Comuni

L’associazione dei Comuni è preoccupata, a sentire il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, presidente di Anci Emilia Romagna: «Premetto – dice – che l’obiettivo di tutti i comuni, i quali agiscono con correttezza e buona fede, è far calare il numero di morti e incidenti e non va messa perciò in dubbio correttezza e buona fede di tutti gli enti locali. Ora un tribunale mette in contrapposizione due termini lessicali e per questo serve subito un atto del governo che faccia chiarezza perché è un po’ bizzarro si debba discutere di autorizzazioni e omologazioni. Comunque non vedo problemi per le casse pubbliche proprio perché gli autovelox si posizionano dopo molte richieste a polizia, prefettura, questura».

Gli automobilisti

Esulta invece Fabio Galli, vicepresidente Codacons: «Finalmente una sentenza che ricorda come l’omologazione si riferisca al controllo mentre l’autorizzazione del velox è legata al suo utilizzo. Se manca una, si può fare ricorso». Galli prosegue: «Ma perché, chiedo, un Comune deve usare questi strumenti, certo utili per la sicurezza, senza l’omologazione? Capisco e non giustifico un privato che, in attesa del via libera, inizia a costruire la sua veranda, ma a un Comune non mancano tempo e denaro per richiedere al Ministero di omologare con precisione. Invece emerge una sorta di prepotenza, quando l’ente locale dovrebbe essere amico del cittadino. Questo così è costretto a sborsare 50 euro se vuole appellarsi al Giudice di Pace, oppure pagare un legale o venire da noi che non facciamo pagare i ricorsi».

Sicurezza sulla strada

Preoccupato anche Giordano Biserni, presidente di Asapes-Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale: «Sulle strade italiane muoiono 8 persone al giorno, una ogni tre ore e da inizio anno sono già morti almeno 128 pedoni. Quella della Cassazione è una sentenza sì rivoluzionaria, ma anche attesa e non emessa a Sezioni unite. Certo ora occorrerà fare i conti con l’omologazione di autovelox e anche dei tutor, strumenti che salvano vite umane». Il rappresentante della Stradale è poi durissimo: «La verità è che, si pensi a Fleximan, si vogliono eliminare i controlli tanto che ora scatteranno numerosi ricorsi contro le multe e ci sarà un duro colpo per la sicurezza stradale: non nego che, soprattutto in alcuni piccoli comuni, si faccia cassa con le multe, ma stiamo attenti perché così aumenteranno gli incidenti gravi».