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Spaccio in piazza Tricolore: la polizia arresta tre nigeriani

Ambra Prati
Spaccio in piazza Tricolore: la polizia arresta tre nigeriani

Trovati il resto della droga e 15mila euro in una casa di via Bisi

23 aprile 2024
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Reggio Emilia Spacciano in piazza Tricolore e in via Emilia Ospizio ma la loro base operativa è in via Bisi, una laterale di viale Ramazzini, nel quartiere di Santa Croce. È proprio nella casa di via Bisi che la polizia ha trovato droga per tutti i gusti e, soprattutto, 15 mila euro. Sono stati così arrestati tre spacciatori di origini nigeriane, bloccati dai poliziotti della squadra mobile della questura di Reggio dopo una lunga serie di segnalazioni da parte dei cittadini. In manette, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, sono finiti tre nigeriani: Priestly Joe, 29enne irregolare e senza fissa dimora, noto alle forze dell’ordine e al suo quarto arresto; la donna Joy Omorodion, 31 anni, incensurata, regolare e con un permesso temporaneo di protezione internazionale; e Endurance Ete, 27 anni, che non c’entrava nulla ma finito ugualmente in carcere per un’ordinanza pregressa di applicazione di misura cautelare emessa dal tribunale di Modena.

Sabato scorso i poliziotti in borghese si sono appostati vicino al grattacielo per monitorare i movimenti sospetti segnalati più volte dai cittadini. Alle 12.30 gli investigatori hanno visto un giovane in sella a una bici che, da piazza Tricolore, si spostava di una cinquantina di metri, verso via Chiesi, dove è stato raggiunto da una donna; i due si sono scambiati qualcosa.

Gli agenti hanno subito bloccato entrambi: l’acquirente donna ha ammesso di aver appena comprato una dose di crack, che ha consegnato alla polizia, ed è stata segnalata alla prefettura quale assuntrice. Il fornitore Joe è finito in cella. A questo punto i poliziotti, avendo avuto una “soffiata” sul fatto che altra droga poteva trovarsi in uno stabile di via Bisi (laterale di viale Ramazzini), si sono recati lì. A riferire l’accaduto, ieri in tribunale durante l’udienza di convalida dell’arresto dei due, è stato un sovrintendente.

«Abbiamo sentito dei rumori all’interno, ma nessuno ci apriva. Con una scala mi sono affacciato alla finestra e ho visto un giovane, che ha aperto». Era Ete, il quale «ci ha detto di essere lì per caso, aspettava un amico: in effetti, poi abbiamo controllato, non c’era niente di suo nella casa e anche il suo domicilio è risultato pulito». Mentre gli agenti erano intenti alla perquisizione una donna ha aperto la porta con le chiavi.

«Non mi ha accolto molto bene: mi ha morsicato due volte, il dito medio e tra il pollice e l’indice – ha detto il poliziotto –. Poi lei mi ha chiesto scusa».

La ricerca è stata fruttuosa. «Nella camera da letto che la 31enne occupa insieme al fidanzato, nell’anta dell’armadio, c’era varia droga già pronta in dosi». In particolare eroina (8 involucri per 2 grammi), cocaina (5 involucri per un grammo), altra cocaina per 4,6 grammi, due dosi di crack (0,60 grammi), 2 grammi di hascisc, 0,63 grammi di marijuana. «Nella stessa anta dell’armadio, uno scaffale sopra, c’erano 11mila euro in contanti e nel portafoglio dentro la borsetta della donna altri 4mila».

Nell’udienza Joe ha scelto il silenzio, Omorodion pure ma ha voluto fare una dichiarazione spontanea. «Sono in Italia da nove anni, faccio le pulizie in nero: quei soldi sono il frutto del mio lavoro, è tutto quello che ho della mia vita in Europa. Per favore non toglietemi». Il giudice Luigi Tirone, accogliendo le richieste dell’avvocato difensore Gisella Mesoraca, ha disposto il divieto di dimora per il 29enne e la libertà per la 31enne; ma i 15mila euro restano sotto sequestro. l

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