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Il caso

Avvocati contro Della Capanna per le parole sull’antifascismo: «Così non rappresenti più tutti»

Avvocati contro Della Capanna per le parole sull’antifascismo: «Così non rappresenti più tutti»

Lettera di sfiducia firmata per ora da 47 legali contro il presidente dell’Ordine

26 aprile 2024
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Reggio Emilia «Egregio Presidente, le tue dichiarazioni in occasione del 25 aprile hanno provocato in noi rabbia, vergogna, indignazione. Il tuo comportamento è per noi incompatibile con il ruolo di Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, città del Tricolore e Medaglia d’oro della Resistenza».



È una vera e propria lettera di sfiducia quella che 47 avvocati reggiani hanno inviato a Enrico Della Capanna, presidente dell’Ordine, che alla vigilia della Festa della Liberazione aveva scritto su Facebook: «Del fascismo ci siamo liberati nel 1945, ma nel 2024 non ci siamo ancora liberati dell’antifascismo». Tutto ciò a commento delle dichiarazioni del collega, candidato sindaco sostenuto dal centrodestra, Giovanni Tarquini. Che poi nel tardo pomeriggio di mercoledì aveva gettato acqua sul fuoco con un comunicato («c’è qualcosa da superare a livello di litigiosità su fronti che storicamente sono opposti»).

«Se è vero che tutte le idee vanno rispettate – prosegue la lettera degli avvocati indirizzata a Della Capanna – questo non può essere per il fascismo che della libertà delle idee è negazione. Se tu oggi puoi dire liberamente quello che credi è perché le donne e gli uomini che ci hanno preceduto hanno conquistato per noi questa libertà, spesso pagando con la loro vita. Abbiamo provato rabbia perché tu vuoi cancellare la storia fondante della nostra Repubblica. Abbiamo provato vergogna perché sei, come noi, un avvocato che deve conoscere e rispettare le leggi, in primis la Costituzione che è tutta antifascista e che, fra tanti diritti e doveri, pone un unico divieto: il ritorno al fascismo. Abbiamo provato indignazione perché nel tuo schierarti non ti sei spogliato del ruolo istituzionale di Presidente dell’Ordine degli Avvocati abusando della visibilità che ne deriva. E non è neppure la prima volta».

Questi i nomi dei 47 avvocati che, ad oggi, hanno sottoscritto la lettera: Giovanna Fava, Etelina Carri, Annalisa Ferrari, Sarha Mineo, Gloria Bigi, Marco Scarpati, Nicola Tria, Alberto Neri, Nicola Gualdi, Sara Simonazzi, Erika Bertazzoni, Alessandra Bonini, Federica Riccò, Agnese Maggio, Fabio Martinelli, Cristina Marconi, Angelo Russo, Maura Simonazzi, Stefano Giovannini, Luca Nasciuti, Erika Dallaglio, Cecilia Soliani, Sibilla Lipari, Andrea Consolini, Massimo Ferrari, Serena Barbato, Francesca Secchi, Alessandra Davoli, Paola Prati, Nicola Nardomarino, Alessandra Scaglioni, Amedeo Rivi, Elisabetta Strumia, Luca Lodesani, Pierpaola Belpoliti, Valeria Miari, Fabiana Grazioli, Leonardo Teggi, Celestina Tinelli, Paola Menozzi, Alessandro Occhinegro, Daniele Paterlini, Valentina Rocchetti, Annalisa Micheli, Marta Rovacchi, Lorenzo Buffagni, Claudio Bigi.

Il primo a dissentire, via social, è stato Marco Scarpati: «L’Ordine degli Avvocati... a che titolo il suo presidente trascina tutti noi iscritti in qualcosa mai discusso e assai opinabile? E noi avvocati fieramente antifascisti cosa dobbiamo fare? Cambiare luogo di iscrizione? Il fascismo, purtroppo, non è morto e mi auguro che l’antifascismo viva per sempre». Ieri mattina Scarpati ha aggiunto: «Tanta Reggio in piazza per il 25 aprile antifascista. E tanti avvocati a ribadire che l’antifascismo è un valore assoluto». Più dura l’avvocato Giovanna Fava: «Non condivido nulla di quanto detto da Della Capanna. Mi vergogno per lui. Non mi sento più da lui rappresentata». «Spero che Della Capanna abbia parlato a titolo personale, non credo rappresenti l’intera categoria di avvocati reggiani», dice Cecilia Barilli, candidata del Partito Democratico. «Io direi che il 25 aprile è e resta un momento fondamentale per la storia del nostro Paese. Non è solo passato. L’ antifascismo è un valore fondativo della Costituzione nata dalla Resistenza. L’auspicio è che questa data sia sempre più un momento di condivisione e di riconoscimento da parte di tutti di quello che siamo diventati, anche grazie al sacrificio e la resistenza di tanti uomini e donne, soprattutto in questo territorio. Un sentimentoinclusivo rispetto al quale le polemiche del presente non hanno davvero senso».

Premette di essere umanamente affezionata a Della Capanna («Ho fatto il primo anno di praticantato nel suo studio legale») l’avvocato Paola Soragni, l’unica candidata sindaco donna con la lista civica Movimento Reggio Emilia. «Ci sono dei limiti, quella frase non va bene. È chiaro che Della Capanna dà il suo appoggio politico a Tarquini. Tuttavia non è corretta come posizione; perlomeno il presidente dell’Ordine avrebbe dovuto precisare che era il suo pensiero personale. La sua è una figura istituzionale e tale deve rimanere, mantenendo l’imparzialità».

Più sfumata la posizione dell’avvocato Alessandro Nizzoli. «Siccome non rientra nei compiti, nemmeno più lati, dell’Ordine degli Avvocati occuparsi di politica, non posso che ritenere che Della Capanna abbia parlato a titolo del tutto personale. Più che altro il collega è stato incauto a non precisare questo aspetto. Che sia chiaro: non è un endorsement rispetto al suo pensiero, non posso che considerarlo un intervento di natura personale essendo estraneo a qualsiasi funzione dell’Ordine».

Categorico l’avvocato Liborio Cataliotti, che si autodefinisce «non di destra, liberale di centro», interpellato sull’argomento anche dalla sua stessa madre: «Non scherziamo. Per me il 25 aprile è la festa della Liberazione: è una celebrazione storica patrimonio di tutti, non si pone nemmeno il problema di metterla in discussione, certo non va santificata ma è un’occasione per ricordare e fissare la memoria storica. Il 25 aprile si celebra e basta; poi dal giorno dopo puoi disquisire su qualsiasi cosa. Parlare d’altro in questa data, anche di argomenti connessi come l’antifascismo, significa sminuirne la portata. Non credo sia giusto. Mi spiace non essere allineato con Tarquini e Della Capanna ma io la vedo così. Credo che qualsiasi reggiano (o italiano) la pensi così». 

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