Gazzetta di Reggio

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Il progetto

La nuova caserma dei carabinieri nell’ex Opg

Ambra Prati
La nuova caserma dei carabinieri nell’ex Opg

Da mesi discutono del progetto il presidente della Provincia, l’Arma e la Prefettura Il palazzo di via dei Servi, a pochi metri, risolverebbe la carenza di spazi della caserma

28 aprile 2024
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Reggio Emilia Il Comando Provinciale dell’Arma dei carabinieri nell’ex Opg tra via dei Servi e via Franchi. È il progetto che stanno studiando, dalla fine dell’anno scorso, il presidente della Provincia Giorgio Zanni, il colonnello dell’Arma Andrea Milani e il prefetto Maria Rita Cocciufa. «Un piano in nuce – premette Zanni – Stiamo cercando di capire se possono combaciare le esigenze di ampliamento degli spazi della caserma dei carabinieri con una parte degli spazi dell’ex Opg, quella parte storica (sono esclusi i quattro padiglioni più recenti, che avrebbe una capienza per altrettante caserme, ndr). La volontà politica senza dubbio c’è. Siamo tutti d’accordo sul punto d’arrivo, ma la fase è preliminare».

Da tempo il Comando di corso Cairoli è alle prese con un problema di ristrettezza degli spazi. L’ampia superficie dell’ex Opg storico – che tra l’altro è a due passi dalla basilica della Ghiara e dall’attuale caserma –, anche per la sua posizione in pieno centro storico sarebbe l’ideale e al contempo valorizzerebbe un palazzo a ferro di cavallo risalente al Settecento e in stato di abbandono da anni. La Provincia, che ne è proprietaria, ha messo all’asta l’immobile per ben quattro volte, senza esito. La soluzione di via dei Servi quindi andrebbe incontro a diverse esigenze e convince tutti. Tuttavia c’è un però.

«L’ex Opg ha una bella superficie: i tecnici che abbiamo interpellato ritengono che i metri quadrati siano adeguati – prosegue Zanni – Occorre valutare se è un’operazione fattibile: un conto è la volontà, un conto è la fattibilità dell’operazione».

Gli ostacoli burocratici sono diversi. Anzitutto la Provincia non può donare un bene pubblico, appartenente al patrimonio dell’ente, né utilizzare il comodato d’uso; e i carabinieri non comprerebbero lo stabile. «Da una parte si deve tutelare la Provincia anche sotto il profilo patrimoniale e non incorrere in iter scorretti, anche richiedendo pareri alla Corte dei Conti su quale sia il percorso migliore; dall’altra parte l’Arma deve trovare le risorse necessarie, che sono ingenti. Non so dare un ordine di grandezza perché il piano non esiste, ma altri progetti simili hanno richiesto svariati milioni di euro». Per la ristrutturazione occorre una somma importante, che si accollerebbe il Demanio o il Ministero dall’Interno.

Un altro nodo è che il palazzo ex Opg è tutelato dalla Sovrintendenza e chiunque lo ristrutturerà dovrà sottostare a precisi vincoli.

«Un’operazione complessa. Perciò ci siamo sopra da diversi mesi, per provare ad allineare i vari ostacoli – dichiara Zanni – Si tratta di capire come costruire la formula burocratica corretta per chiudere il cerchio».

Il primo passo da parte dell’ente proprietario sarà rivolgersi alla Corte dei Conti, che non fornisce pareri preventivi ma risponde solo a quesiti specifici: perciò in prima battuta occorre approntare un percorso di massima, con una formula di concessione, per vedere se supera il vaglio della verifica giurisdizionale in materia di contabilità pubblica.

Quando si avrà un quadro più chiaro? «Non saprei. Stiamo cercando di velocizzare l’iter il più possibile – conclude Zanni –. Speriamo di avere tutte le risposte che stiamo costruendo entro l’autunno, per poi prendere una decisione su quest’opera condivisa». Con l’avvertenza che prima di vedere il cantiere passerà parecchio tempo. «Guarderei il bicchiere mezzo pieno. Intanto siamo partiti».