Gazzetta di Reggio

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L’esposizione

Luciano Ligabue nelle fotografie di Jarno Iotti

Luciano Ligabue nelle fotografie di Jarno Iotti

In mostra a Correggio le immagini scattate “su e giù da un palco”

28 aprile 2024
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Correggio Viene inaugurata  domenica 29 aprile a Palazzo Principi la mostra “All areas – Luciano Ligabue”, viaggio fotografico in “70 scatti più uno”, attraverso il quale Jarno Iotti, fotografo appassionato e visionario, racconta il Liga nei 20 anni e oltre trascorsi insieme “su e giù da un palco”. La mostra a Correggio – città che ha dato i natali a entrambi gli artisti – resterà aperta fino al 26 maggio (sabato 15.30-18.30, domenica 10-12.30 e 15.30-18.30, ingresso gratuito).

Sono esposte “70 stampe più una” in cornice, formato 40x30 centimetri: sono scatti o sequenze che mostrano il musicista e cantante rock, quasi sempre inconsapevole dell’obiettivo che lo inquadra, colto in attimi di “pura verità”, spesso sul palco, durante alcuni fra le migliaia di concerti vissuti nel millennio in corso; altre volte in momenti che solitamente restano inediti per il pubblico (ma anche per il soggetto fotografato), durante alcune delle migliaia di chilometri percorsi da Ligabue in questo infinito viaggio nella musica e nella vita. E da dove partire, se non dal primissimo scatto, quel “più uno”, che segna l’inizio della strada? Il filo impalpabile che guida il percorso è dato da ispirazione e visione, unite al raro dono di saper scomparire dietro l’obiettivo, caratteristiche che fanno di Jarno Iotti il fotografo capace come nessun altro di cogliere l’attimo fuggente nell’anima del musicista amico e concittadino.

Oltre a queste immagini, sono esposti a Correggio, in modo esclusivo, sette ingrandimenti (formato 120x220) e una gigantografia formato 4x3 metri. In mostra anche un ingrandimento 70x100 di una foto del tutto inedita. A contorno, una carrellata di immagini (oltre 500) di pubblico ai concerti, fan e momenti corali.

Ligabue, per la prima volta protagonista di una mostra fotografica a lui dedicata, nell’introduzione che dà inizio al viaggio chiosa: «Jarno mi è stato vicino per tanto tempo e, conoscendomi così bene, è riuscito a ritrarmi nella mia versione più vera, quella in cui “non sento” la macchina fotografica. Il risultato lo potete vedere in questa mostra di cui sono molto felice, non tanto per me come soggetto (ma sì, poi, anche quello), quanto per lui come autore. E devo ringraziarlo, perché questa serie di scatti sono una specie di diario che non ho scritto io, ma che, ricordandomi dove sono stato e che cosa ho fatto, mi muove profonde emozioni».

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