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Il caso

Ditta edile bocciata sull’antisismica della scuola: la Provincia ora vuole 72mila euro

Ambra Prati
Ditta edile bocciata sull’antisismica della scuola: la Provincia ora vuole 72mila euro

Sotto accusa il cantiere per l’ampliamento dell’istituto Galvani-Iodi

29 aprile 2024
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Reggio Emilia La ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori non ha superato l’esame antisismico: quell’edificio sarebbe crollato, in caso di terremoto. Nulla di strano, se non fosse che il cantiere riguarda una scuola superiore: l’istituto professionale Galvani-Iodi. Ora la Provincia di Reggio Emilia, che ha esautorato il costruttore, vuole la restituzione di 72.640 euro. All’avvocato Alessandro Merlo è stato affidato il mandato di procedere, sia in sede giudiziale sia in sede stragiudiziale a tutela dell’ente, per riscuotere la garanzia fideiussoria.

Il progetto

L’ampliamento della scuola Galvani-Iodi è uno dei cantieri scolastici più importanti per dimensioni della Provincia di Reggio Emilia, insieme alla nascente sede santilariese dell’istituto D’Arzo. Il progetto prevede la realizzazione, in via della Canalina, accanto al corpo principale dello stabile, di otto nuove aule più un grande laboratorio, che possano supplire alla carenza di spazi dell’attuale sede. Il costo dell’intervento, finanziato dal Pnrr, è di tre milioni di euro, suddivisi in due lotti da 1,4 e 1,5 milioni. I primi guai si sono presentati nel momento dell’aggiudicazione, come si legge negli atti dell’ente.

Contro l’esito del bando, in origine portato a casa dalla Camar Società Cooperativa di Castelnovo Monti, la ditta Mastropasqua Costruzioni Srl di Barletta (Andria-Trani) ha presentato ricorso al Tar di Parma e l’ha vinto; la sua offerta – con un ribasso pari al 5,63% per l’esecuzione dei lavori e del 15% per il servizio di progettazione esecutiva – è risultata quella economicamente più vantaggiosa ed è stato stipulato il contratto d’appalto.

Il tempo è passato, ma la società pugliese ha tardato parecchio a consegnare il progetto esecutivo, arrivato in febbraio 2024 anziché nel novembre 2023. «Pur essendo la ditta aggiudicatrice ampiamente fuori termine, si è deciso comunque di esaminare gli ultimi elaborati prodotti», ha scritto il dirigente dell’Unità Speciale per l’Edilizia e la Sismica di palazzo Allende, iniziando dalle verifiche antisismiche poiché se quelle non sono in regola tutta la restante documentazione diventa inutile.

«Parere sismico negativo», è stato il risultato: gli elaborati strutturali «non sono risultati conformi alla normativa» e «le controdeduzioni presentate dal consorzio non giustificano in alcun modo l’inadempimento contestato, né sono pertinenti alla richiesta dell’amministrazione». Un valido motivo per risolvere il contratto «per grave inadempimenti». L’azione legale, partita il 23 aprile scorso, altro non è che la conseguenza dell’accaduto: siccome il contratto era assistito dalla garanzia fideiussoria, rilasciata da un’assicurazione di Roma, la Provincia pretende l’escussione di quei 72mila euro «oltre agli interessi di mora».

«Purtroppo non è una casistica infrequente, è accaduto a tanti altri enti di incappare in contenziosi simili» ha detto la vicepresidente della Provincia Elena Carletti, alludendo al fatto che i cantieri sono diventati sempre più una giungla di carte bollate. Questo comporterà un ulteriore ritardo nei lavori? «Sui fondi del Pnrr ci sono tempistiche da rispettare, ma abbiamo già comunicato l’accaduto al Ministero per poter procedere all’aggiudicazione della seconda classificata; non dovrebbero esserci problemi. L’importante è non aver perso alcun finanziamento». © RIPRODUZIONE RISERVATA