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Negozianti e residenti contro il degrado: «Reggiani, unitevi a noi nel sit-in»

Ambra Prati
Negozianti e residenti contro il degrado: «Reggiani, unitevi a noi nel sit-in»

Dopo la rissa di domenica, il gruppo “MiglioraRE” lancia una protesta silenziosa: «L’esagono è malato, ma si può curare con semplici accorgimenti e più attenzione»

08 maggio 2024
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Reggio Emilia «Chiediamo con tutto il cuore ai reggiani di partecipare, sabato prossimo 11 maggio dalle 15 alle 16 in piazza Del Monte, al sit-in silenzioso per il centro storico. Ai cittadini che amano la loro città e che credono che possa migliorare rivolgo un appello: partecipate numerosi, metteteci la faccia, non è troppo tardi per invertire la rotta. Vi aspettiamo». Questo l’appello del gruppo “MiglioraRE”, insieme di commercianti, residenti, imprenditori e semplici cittadini che si è formato nel dicembre scorso, dopo la rissa di Capodanno, e che ha avuto nuovo impulso dopo la rissa di domenica scorsa, il 5 maggio, quando sempre all’isolato San Rocco sono volate sedie e bottigliate tra due fazioni di stranieri adulti. La protesta di sabato è un modo per dire basta ad episodi di questo tipo. «Il sit-in sarà silenzioso non perché non abbiamo nulla da dire, anzi abbiamo tanto da comunicare, ma per attirare l’attenzione».



Dopo la richiesta per l’isolato San Rocco di riottenere la vigilanza dinamica dedicata, ieri nel presentarsi pubblicamente il gruppo – capitanato da Marco Merola del negozio “Casimiro” e da Andrea Bottazzi del negozio di casalinghi “Casa e Cucina” di via Calderini – ha alzato il tiro presentando un focus più ambizioso sulla rivitalizzazione dell’intero centro storico. Il gruppo ha precisato di rifiutare l’etichetta di comitato, per smarcarsi dalle esperienza passate.



«Il nostro non è il solito comitato di commercianti scontenti, che vogliono borbottare anziché proporre. Noi vogliamo costruire». Il nome “MiglioraRE” è programmatico. «Il centro storico è malato da tempo, ma noi siamo convinti che si può curare: non è troppo tardi. Pensiamo a cos’era un tempo piazza Fontanesi e com’è bella adesso. Cambiare è possibile, basterebbero semplici accorgimenti e cura per far sì che in centro si torni a lavorare, a vivere, a incontrarsi». Come accade nelle città limitrofe (Modena, Parma), dove nelle sere d’estate le persone sciamano in quantità in centro. «A Reggio invece pare di trovarsi in un dormitorio. Purtroppo un agglomerato urbano vive se si crea un equilibrio».



«Da reggiana sono d’accordo! Avete ragione!», ha esclamato una 70enne di passaggio in piazza. Un commento che ha strappato tanti sorrisi; un segnale tangibile sul fatto che tutti concordano sui massimi sistemi, ma metterli in pratica è un’altra storia. Le proposte di “MiglioraRE” sono diverse: «Nuovi interventi, finanziamenti, riqualificazioni, un calendario di eventi diffusi e programmati a lungo termine (non solo nel fine settimana e all’ultimo minuto, ma tutto l’anno e nei giorni feriali) può fare molto per evitare la desolante visione dei negozi abbandonati. C’è bisogno di sinergie tra pubblico e privato, di riportare l’artigianato di qualità, di recuperare gli immobili sfitti magari assicurando incentivi a chi affitta agli studenti». Senza dimenticare le priorità: sicurezza e decoro urbano.

«La sicurezza è questione di percezione? Forse, ma anche la sola percezione di insicurezza è grave, ha l’effetto di scoraggiare e allontanare. Sul decoro urbano la situazione è sotto gli occhi di tutti: finora si è posto lo sguardo su altre zone della città, è ora di rimettere al centro l’esagono». Per ragionare su questa montagna di aspetti “MiglioraRE” chiede «alla nuova amministrazione comunale che si insedierà di sedersi intorno a un tavolo e di confrontarsi». All’osservazione che un tavolo per il commercio esiste già, la replica di Merola e Bottazzi è stata pronta: «Sì ma non funziona. Per il semplice fatto che il tavolo attuale è a senso unico: la giunta dice ai negozianti cosa intende fare, senza interpellarli né ascoltarli. Ci presentano un pacchetto confezionato e non modificabile, magari basato su uno studio commissionato all’esperto di turno e costato migliaia di euro. Nessuno, però, ha mai chiesto il parere a noi negozianti, che in centro passiamo dalle 8 alle 12 ore al giorno. Vi sembra normale?».