Gazzetta di Reggio

Reggio

Sanità

Gli scoprono un tumore al cuore: 16enne operato a Reggio Emilia con successo

Adriano Arati
Gli scoprono un tumore al cuore: 16enne operato a Reggio Emilia con successo

Attaccante dello Sporting Scandiano, la scoperta della malattia alle visite sportive. L’intervento al Salus Hospital

3 MINUTI DI LETTURA





Scandiano Un 16enne di Sassuolo è stato operato a Reggio Emilia per un problema oncologico al cuore scoperto a Scandiano. È una storia a lieto fine che dal Secchia conduce a Reggio, quella di Giovanni, calciatore dello Sporting Scandiano, reduce da un delicato intervento effettuato alcune settimane fa al Salus Hospital di Reggio.

La vicenda inizia quando Giovanni, attaccante delle giovanili dello Sporting, si sottopone come ogni anno alle visite mediche necessarie per effettuare attività agonistica. L’esito dell’eco-cardiogramma è anomalo; gli approfondimenti effettuati al Salus Hospital mostrano la presenza di un tumore cardiaco (poi risultato benigno, ma comunque pericoloso per la posizione) di 1,4 centimetri di diametro: una “pallina” situata nel cuore, nella cavità del ventricolo sinistro. La scoperta di un emangioma capillare arriva grazie all’attenzione del medico dello sport Luca Piccinini, della cardiologa del Salus Evelina Faragasso e di Andrea Barbieri, responsabile del laboratorio ecografico del Policlinico Universitario di Modena.

«Pensavo fosse un controllo normale, ci sono rimasto davvero male quando ho scoperto che c’era dell’altro», racconta ora Giovanni. L’operazione, pur molto complessa e delicata, diventa fondamentale: «La posizione della massa, in corrispondenza dell’apice cardiaco originante da una falsa corda tendinea, e le sue dimensioni notevoli, hanno reso necessario un intervento nel breve periodo – spiega Vinicio Fiorani, responsabile della Cardiochirurgia di Salus Hospital –. Questo genere di tumori è rarissimo ed ha la tendenza a crescere, con il rischio di ostruire il flusso sanguigno o di distaccarsi, ed embolizzando, di andare a danneggiare altri organi (come ad esempio il cervello, con la grave conseguenza di un ictus). Va dunque asportato. Abbiamo deciso di intervenire in maniera mininvasiva, in minitoracotomia (ovvero passando attraverso un piccolo taglio di pochi centimetri sul torace destro e con l’ausilio di una telecamera) salvaguardando strutture importantissime nel cuore».

L’intervento a inizio marzo si è concluso nel migliore dei modi. Ad aprile Giovanni è tornato a Sassuolo, dopo un breve periodo nella Terapia intensiva coordinata da Antonello Rago e la degenza in reparto, con 15 giorni di riabilitazione cardiorespiratoria. A metà mese ha ripreso le lezioni a scuola. La paura è passata, e anche la mamma di Giovanni tira un sospiro di sollievo: «È stato un fulmine a ciel sereno. Tutti i dottori, gli infermieri, gli addetti ai servizi sono stati gentilissimi. Ci hanno accolti a braccia aperte e ci hanno fatto sentire compresi. Il dottor Fiorani, una persona molto positiva, è stato in grado di rassicurarci sull’intervento, e questo ci ha permesso di tornare sereni a casa». Ora Giovanni può pensare al futuro: «Sono felice di riprendere molti aspetti della vita normale, e sono stato davvero contento di ritrovare tutto l’appoggio dei compagni di classe e dei professori, che non è mai mancato durante i giorni in cui sono dovuto rimanere a casa. Ora l’obiettivo è tornare più forte di prima anche sui campi da calcio». Allo Sporting, spiega il presidente Mauro Bottazzi, lo aspettano. «Siamo contenti del risultato, e che le nostre visite abbiano permesso di trovare in tempo un problema così serio. Le visite sportive italiane sono le più severe in Europa, e per fortuna».

© RIPRODUZIONE RISERVATA