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Studenti intossicati a Guastalla

Il gestore delle piscine: «Sbagliata la miscelazione: in trent’anni è la prima volta»

Jacopo Della Porta
Il gestore delle piscine: «Sbagliata la miscelazione: in trent’anni è la prima volta»

Il guaio durante il travaso di acido solforico. Sotto sequestro solo l’area interessata

10 maggio 2024
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Guastalla «Questa procedura viene fatta da 30 anni e non ci sono mai stati problemi». Iginio Bigi è uno dei titolari del centro sportivo Le Piscine di Guastalla, una struttura storica della Bassa reggiana, dotata di palestra, vasche coperte e all’aperto e un bar molto frequentato. Giovedì 9 maggio Bigi è stato tra i primi a lanciare l’allarme.

L’Arpa

«Una volta all’anno una persona di una ditta esterna viene con un camion a caricare due cisterne con acido solforico diluito al 50% con l’acqua. Ha riempito prima la cisterna che serve la vasca coperta. Poi ha fatto la stessa procedura con la cisterna della vasca esterna, in preparazione dell’apertura estiva». A un tratto si è verificato un incidente, che l’Agenzia prevenzione ambiente Emilia-Romagna (Arpae) spiega con queste parole: «Dai primi accertamenti condotti dai vigili del fuoco, a causare l’incidente potrebbe essere stata una miscelazione errata durante le operazioni di travaso del fornitore di acido solforico all’interno delle cisternette di raccolta nel locale di deposito del centro. Si specifica infatti che si ha formazione di cloro gassoso quando l’acido solforico si mescola inavvertitamente con una soluzione di ipoclorito, disinfettante delle acque di piscina».

Le indagini

Sulle ragioni di questo incidente sono in corso delle indagini. C’è da capire se l’operatore abbia versato l’acido in una cisterna dove c’era già un’altra sostanza, che ha provocato la reazione, oppure se il problema sia nato in partenza da un’errata miscelazione. L’addetto che ha eseguito l’operazione viene descritto come molto esperto, con decenni di pratica alle spalle.

Quando si è sprigionata la nube tossica c’erano molti studenti nei pressi della piscina. «Sono uscito perché c’era una nube strana e ho fatto entrare i ragazzi all’interno», racconta il barista Riccardo Bernadelli. In quel momento c’erano anche sette addetti della mensa Cir “Bolina”, che poi sono stati portati in ospedale e in seguito dimessi in tarda mattinata. Il custode del vicino palazzetto dello sport ha chiaramente visto la nube, di colore arancione-amaranto, iniziare a muoversi in direzione delle piscine e poi delle scuole. Presto sono arrivati i vigili del fuoco dalla vicina caserma.

Le prime operazioni

La prima squadra ha provveduto a mettere in sicurezza il locale tecnico dove si stavano svolgendo le operazioni di travaso di prodotti chimici. Poi è arrivato anche il nucleo Nucleare-biologico-chimico-radiologico della direzione regionale dei vigili del fuoco, che sulla scorta dei rilievi strumentali effettuati ha delimitato un’area intorno al luogo procedendo alla messa in sicurezza completa dello scenario. Gli operatori Arpae hanno fornito le fialette per la determinazione istantanea di cloro in aria ambiente. Gli stessi tecnici si sono poi diretti al pronto soccorso dell’ospedale, che dista mezzo chilometro, e hanno verificato l’assenza di cloro. Successive rilevazioni nel piazzale delle piscine hanno evidenziato il ritorno a una condizione di normalità, sebbene l’odore si sia sentito ancora a lungo. Nel pomeriggio il centro sportivo Le Piscine è stato riaperto: solo l’area dove è avvenuto l’incidente è stata posta sotto sequestro su disposizione della magistratura reggiana.  © RIPRODUZIONE RISERVATA