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Baiso: l’eredità bizantina e longobarda rivive in un gioco di società

Jacopo Della Porta
Baiso: l’eredità bizantina e longobarda rivive in un gioco di società

Il comitato scientifico dell’associazione “Tavola di Bisanzio” moltiplica le iniziative. Il 18 maggio un convegno nazionale sul rapporto tra bizantini e longobardi

11 maggio 2024
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Baiso Un convegno di rilievo nazionale per parlare di Bizantini e Longobardi, una cena medioevale e un gioco di società, “LongoBiz”, ambientato nell’Alto Medioevo.

Il comitato scientifico della Tavola di Bisanzio (associazione che a luglio organizza per tre giorni il tradizionale banchetto) ha varato un ambizioso programma culturale, che mira anche a coinvolgere i territori circostanti Baiso.

Il filo conduttore è il retaggio bizantino e longobardo, di cui ci sono tracce nel territorio di Baiso.

L’attività culturale

«In passato erano state organizzate delle tavole rotonde ma da un po’ di anni, dopo la scomparsa dello storico Gino Badini, non era stato fatto più niente – spiega Giuliano Caselli, presidente dell’associazione La Tavola di Bisanzio – Negli ultimi due anni abbiamo lavorato all’organizzazione di un importante convegno per rilanciare l’attività culturale».

Il convegno si svolgerà il 18 maggio a partire dalle 9 nella chiesa di San Lorenzo di Baiso.

Il titolo è “Cultura bizantina e cultura longobarda: un confronto durato due secoli nel segno della costruzione dell’identità di un territorio”.


Nel pomeriggio i partecipanti saranno portati in autobus a visitare la Pieve di San Vitale, il castello e l’antico borgo di Castelvecchio.

La parola agli studiosi

Il convegno è pensato per dare a voce a studiosi di storia longobarda e storia bizantina che presentino, in un’ottica comparata, gli studi più recenti e le prospettive di ricerca future sulla presenza e l’influenza culturale longobarde e bizantine nell’Italia Settentrionale.

Il gruppo di studiosi, di altissimo profilo, coordinato dal Dipartimento di studi bizantini della Università’ degli studi di Ca Foscari vede coinvolti Stefano Gasparri, già professore ordinario di Storia Medievale presso Ca' Foscari; Francesco Veronese, ricercatore presso Università di Padova; Giorgio Vespignani, professore associato di Civiltà Bizantina presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Maria Cristina La Rocca, già professoressa ordinaria di Storia Medievale presso Università di Padova.

Anna Marmiroli, delegata dell’Accademia Italiana della Cucina, presiederà l’evento.

Spade e corazze

Un’altra importante novità è il progetto del gioco di società “LongoBiz”, che coinvolge gli studenti e gli insegnanti dell’istituto comprensivo Toschi di Baiso e Viano.

Il gioco è ambientato nell’Alto Medioevo nelle regioni italiane.

La squadra dei Longobardi inizia partendo idealmente da Pavia, quella dei Bizantini da Ravenna.

Vince la squadra che riesce a conquistare più regioni, rispondendo correttamente alle varie domande. Il gioco completo sarà pronto entro la fine dell’anno scolastico e presentato durante la festa della Tavola di Bisanzio a luglio.

L’intento è quello di registrare il marchio, produrlo e commercializzarlo.

Tra storia e banchetti

La terza novità è una cena medioevale che si svolgerà a settembre (la data deve essere ancora fissata). Non un semplice banchetto, ma la conclusione di un vero e proprio progetto sulla riscoperta della cucina antica. L’obiettivo è quello di realizzare un percorso storico-culturale attraverso l’analisi della gastronomia medievale del periodo bizantino. Si andrà alla ricerca delle caratteristiche peculiari dell’alimentazione dell’epoca esaminando le fonti per individuare i principali cibi presenti sulle mense nobiliari e su quelle delle classi meno abbienti. Sarà una rievocazione di un vero e proprio banchetto medioevale, allestito nel giardino esterno del castello di Viano.

L’esperienza sarà condotta insieme ad alcune classi dell’Istituto professionale Nelson Mandela di Castelnovo Monti sia per l’indirizzo alberghiero che quello turistico.

Antichi retaggi

«La Tavola di Bisanzio – spiega il presidente dell’associazione Giuliano Caselli – nasce nel 2005 come una semplice degustazione di carne di pecora molto apprezzata a livello locale. Da qui abbiamo iniziato ad approfondire la tematica legata a questa peculiare abitudine alimentare presente a Baiso, ma non in altri luoghi. La motivazione va ricercata nella storia antica, quando Baiso sottostava all’autorità imperiale di Bisanzio e faceva parte dell’Esarcato di Ravenna. L’occupazione bizantina non solo ha lasciato traccia di sé nella toponomastica locale, ma anche nell’usanza di macellare e cucinare la carne di pecora, a differenza dei confinanti territori longobardi, dove la popolazione era dedita all’allevamento di bovini e suini». l

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