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In 200 al sit-in per il centro storico: «Deve tornare a essere la priorità»

Ambra Prati
In 200 al sit-in per il centro storico: «Deve tornare a essere la priorità»

Il gruppo MiglioraRE: «Rivogliamo un esagono vissuto, decoroso, sicuro»

12 maggio 2024
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Reggio Emilia È diventato l’argomento per eccellenza della campagna elettorale, in grado di mettere d’accordo tutti: negozianti, commercianti, semplici cittadini, anziani e giovani. Parliamo del centro storico e della necessità di rianimarlo: un tema scomparso dall’agenda amministrativa negli ultimi anni e che ora i reggiani reclamano con forza.

Il sit-in organizzato sabato pomeriggio in piazza Del Monte da “MiglioraRE”, il gruppo (rifiutano l’etichetta di comitato) nato dopo l’ennesima rissa di domenica scorsa all’isolato San Rocco, è stato un successo. Nonostante la giornata piena di eventi, i reggiani hanno risposto all’appello numerosi: erano state preparate 110 “fascette” color granata da mettere al braccio («anziché la fascia nera di lutto questo vuole essere un simbolo d’orgoglio») ma non sono bastate. Quasi 200 i partecipanti, un dato superiore alle aspettative. Una bella soddisfazione per i promotori, che hanno ricordato come «tre settimane e mezzo fa nemmeno esistevamo, sono venute così tante persone solo grazie al passaparola».

I manifestanti si sono seduti per terra attorniati da una piccola folla, poi sono arrivati anche numerosi candidati alle prossime elezioni. Avvistato anche don Franco Ranza. L’unico pronostico non rispettato è stato quello secondo cui la manifestazione, aperta «a chiunque abbia a cuore il centro storico», avrebbe dovuto essere silenziosa. Invece è stata vivace, rumorosa e con applausi a scena aperta a più riprese. Una vera e propria agorà, quella di ieri, che “MiglioraRE” intende replicare. «Siamo disponibili a incontrare i candidati sindaci nella pubblica piazza per rimettere al centro il cuore della città, per confrontarci su ogni idea, senza chiusure o pregiudizi; purché sia un dialogo vero, non il solito pacchetto preconfezionato senza un reale scambio di punti di vista. Non mettiamo l’accento su ciò che non va, bensì su ciò che si può fare: vogliamo costruire. È ora che la nuova giunta capisca che è il momento di cambiare modalità», hanno detto i portavoce Marco Merola del negozio “Casimiro” e Andrea Bottazzi di “Casa e Cucina” di via Calderini.

Alla domanda con chi e quando dovrebbe avvenire questo confronto, Bottazzi ha risposto: «Con tutti i candidati sindaci, non ci interessa il colore politico ma il risultato. Magari in piazza San Prospero, luogo simbolo di Reggio. Per parlare con serenità, senza alcuna preparazione e senza domande scritte». La novità del sit-in, tuttavia, è stata la voce dei residenti. All’esperimento della “conta” per alzata di mano è risultato che i presenti erano per il 60% negozianti e per il 40% residenti. «Ma quanti di noi hanno delle attività e quanti semplici cittadini è un falso problema, addotto per dividere, mentre sono molto più numerosi i punti che ci uniscono», hanno sottolineato Merola e Bottazzi.

«È evidente com’è ridotto il centro storico: la spazzatura, il decoro che non c’è più, la scarsa sicurezza. Credo che tutti concordino su questo – ha detto Caterina Coluccio –. Io lavoro fuori e mi sposto in treno: in stazione vedo scene incredibili, nessun’altra città in regione è ridotta così». «Da ex bottegaia e residente, vivo l’utopia di un centro storico pulito, vissuto, tranquillo, nonostante le difficoltà quotidiane per gli anziani che sono comunque inferiori a quelle dei negozianti. È chiedere troppo? Forse sì, ma ci possiamo provare», è intervenuta la pensionata Maura Mussini. «Il centro trent’anni fa era bellissimo: ora è desolante – hanno rincarato Federica Galeotti e Anna Ghinolfi, residenti in via Ariosto –. Eppure a volte basterebbe la semplice cura degli spazi pubblici. Io mi considero fortunata perché mia figlia può rientrare a casa la notte senza problemi. Altre zone del centro sono diventati dei ghetti: si pensi a via Roma». C’è un altro aspetto di attrattività, hanno proseguito le amiche: «Nell’esagono non ci sono più uffici, non ci sono servizi, non ci sono cinema: perché i giovani dovrebbero venirci?». «Per tutti noi il centro storico dev’essere la priorità – ha fatto eco Rosanna Bellei, residente all’isolato San Rocco –. La maggioranza tende, senza volere, a tutelare gli interessi della parte che a suo avviso li avrebbe eletti; ma un amministratore deve tutelare gli interessi dell’intera comunità. Lasciamoci alle spalle questa demagogia e queste divisioni. Io il 10 giugno vorrei svegliarmi in una città più libera». © RIPRODUZIONE RISERVATA