Gazzetta di Reggio

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Da lunedì 13 maggio

Torna la Città del lettore al liceo scientifico Moro

Filippo D’Autilio*
Torna la Città del lettore al liceo scientifico Moro

Reggio Emilia, studenti e docenti: «A scuola si va anche per creare legami»

12 maggio 2024
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Reggio Emilia Da lunedì 13 maggio  a mercoledì 15  gli spazi del liceo “Aldo Moro” si trasformeranno per il sesto anno nella Città del Lettore. Ogni sera, dalle 19.30, 1000 spettatori avranno la possibilità di passeggiare come turisti, tra i viali di una vera e propria città in miniatura. Questo però non è un paese qualsiasi, infatti, pur mostrando i luoghi tipici di un centro abitato, ha una caratteristica unica: ogni attività è metaforicamente ispirata ad un testo letterario, che può trattare qualsiasi tema ed essere di qualsiasi tipo (prosa, poesia, teatro, romanzi, novelle), e, cosa più importante, è messo in scena da ragazzi dai 15 ai 19 anni, con l’obiettivo di dare vita alla letteratura.

Occasione unica

È un’occasione unica per essere catapultati nell’universo della letteratura, reinterpretata e adattata da 300 studenti del liceo, in collaborazione con altre scuole, sotto la regia del professor Daniele Castellari (“padre” fondatore dell’iniziativa). I testi (e relativi luoghi della città) che prenderanno vita sono più di trenta. Il fine non è trasmettere nozioni attraverso una conoscenza passiva, ma piuttosto dare vita ai capolavori che hanno ispirato i ragazzi, a cui viene lasciata piena libertà di plasmare i luoghi della città in ogni dettaglio, dando sfogo a tutta la loro fantasia. Gli alunni sono il vero motore propulsivo della città: si sono avvicinati ai testi e hanno creato diverse attività per metterli in scena. Non saranno delle serate in cui i turisti (insomma, non solo reggiani) si imbatteranno in 300 “professori” perché i giovani non hanno l’obiettivo di istruire alla letteratura in modo frontale, ma piuttosto di farla vivere, appassionare.  Chi metterà piede nella Città del Lettore sarà coinvolto attivamente nel dare vita ai libri in modo del tutto originale. Così facendo, la lettura passa dall’essere un esercizio individuale, quasi intimo, a uno sforzo collettivo di ricerca e creazione che comporta un importante dispendio di tempo e di energie nel dialogo.

Il lavoro

Ma cosa hanno fatto nel concreto gli alunni? Come prima cosa si sono organizzati in gruppi (di solito per classi). Intorno ai primi giorni di gennaio hanno iniziato con impegno a lavorare per realizzare la città: hanno scelto un testo letterario in base al loro gusto, lo hanno letto, approfondito in ogni sua sfaccettatura, interiorizzato, ne hanno dato una loro interpretazione e poi è iniziato il lavoro di creazione. La prima settimana di febbraio sono iniziati i periodici incontri di allineamento con il professor Castellari: un’occasione di dialogo e cooperazione, in cui i ragazzi hanno esposto le loro idee al docente, che ha aiutato a formalizzare il tutto. I giovani hanno poi dato forma nel concreto all’attività, lasciando libero sfogo alla loro fantasia.

La Città è...

«La Città del Lettore per me rappresenta un’opportunità di esprimersi in modo creativo anche in un ambiente generalmente poco fantasioso come la scuola», afferma Sofia Pizzetti di III F, «ciò che rende bella l’iniziativa è che è unica nel suo genere e ogni anno si vedono delle attività nuove ed originali e quindi non sai mai cosa puoi aspettarti». Siamo poi giunti agli ultimi incontri di allineamento dove si è stabilito il “copione” definitivo per ogni attività. E i ragazzi hanno proceduto con le prove delle singole rappresentazioni. Ma cos’è che rende gli studenti del Moro tanto legati alla Città? Leticia de Mendonça di III F prova a dare una risposta: «È qualcosa che ti fa crescere come persona, dal momento che ti insegna a lavorare in gruppo, è un’occasione per capire che la scuola non è solo un luogo dove si va per studiare, ma anche dove si va per creare legami». «Rappresenta la massima espressione della nostra creatività, il luogo dove passione e arte fuse, creano momenti unici per tutti coloro che la vivono» secondo Camilla Donelli di IV F, che prosegue: «Far conoscere in modo alternativo opere d’arte che spesso sono percepite troppo distanti da noi ragazzi è l’aspetto più bello. E la collaborazione, l’impegno di tutti i partecipanti, che danno tutto se stessi, creano un ambiente quasi magico». Ed è proprio vero, infatti da fine aprile, per i corridoi del Moro non si parla altro. «Per un giovane è importante vedere una scuola che crede così tanto nei propri studenti da dare fiducia e libero spazio alla loro creatività» conclude la studentessa. Questo è proprio il tratto distintivo dell’iniziativa: sperimentare un diverso e più efficace modo di fare scuola. Gli studenti sono al centro, si mettono in gioco e danno il massimo, sviluppando tantissime competenze in più rispetto alla scuola tradizionale.

La professoressa di Italiano, Anna Isotti, afferma: «Il mio impegno è dedito al coinvolgimento delle classi del biennio, per interessarli ad un progetto di accoglienza di realtà. Intendo la Città del Lettore come il pretesto per guardarsi dentro ed intraprendere così un viaggio alla scoperta di se stessi». «Io penso che la Città del Lettore rappresenti un'esperienza didattica ed educativa unica nel suo genere durante la quale gli studenti del liceo sperimentano un modo diverso di stare a scuola, diventando artefici e protagonisti dell'evento» sostiene la docente di scienze Alessandra Nizzoli. «Ritengo inoltre – aggiunge – che l'apertura della Città del Lettore alla cittadinanza possa contribuire a creare una connessione con il territorio e una condivisione delle competenze sviluppate dai nostri studenti. Secondo me rappresenta la sintesi di ciò che la scuola dovrebbe essere: saperi e competenze tradotti in azioni concrete, vissuti in un contesto produttivo e inclusivo, senza contare poi l’interdisciplinarietà del tutto: l’iniziativa permette un dialogo tra tutte le materie scolastiche, non solo quelle umanistiche. Anche per noi insegnanti, la Città del Lettore offre un'occasione unica: quella di collaborare fianco a fianco con i nostri studenti, "scendendo" dalla cattedra e osservandoli in un contesto inedito». Dall’io al noi È impressionante come 400 menti messe insieme (con tutte le loro differenze), riescano a dare vita a 30 attività così diverse tra loro, ma che insieme calzano a pennello. Si potrebbe dire che la Città del Lettore è come un enorme e magnifico mosaico, in cui si smette di pensare all’io, per lasciare spazio al noi nella letteratura e nell’arte.

*studente del “Moro”

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