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Degrado e droga. I negozianti: «Temiamo anche ritorsioni»

Ambra Prati
Degrado e droga. I negozianti: «Temiamo anche ritorsioni»

Dopo la lettera denuncia: «Fumatori di crack tra le auto in sosta. La situazione è persino peggiorata»

14 maggio 2024
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Reggio Emilia Droga gettata dentro le fioriere di un’attività, materassi sotto la galleria, consumo di crack in pieno giorno e perfino escrementi davanti alla porta di un negozio. «Qui la situazione, se possibile, negli ultimi mesi è perfino peggiorata», è il coro unanime dei commercianti di via Emilia San Pietro. Parlano, raccontano, si sfogano. Ma «per carità niente foto e nemmeno il nome: temo ritorsioni». Domina la paura di ulteriori danni, tra i commercianti di via Emilia San Pietro: e già questo è un dato che dovrebbe far riflettere.

Siamo andati nella parte finale del decumano dopo la lettera aperta inviata da un residente eccellente – Giovanni Fanticini, magistrato civile di Reggio Emilia oggi giudice in Cassazione – che aveva filmato due uomini (poi raggiunti da un terzo) con una borsina di plastica, che con la “pipa” fumavano crack sotto i portici alle 12.50, visibilmente alterati, per di più sotto gli occhi delle telecamere comunali all’angolo di via Roggi. Il giudice aveva ripreso i fumatori di crack e allertato le forze dell’ordine, invano, invitando con tono ironico i candidati alla prossima tornata elettorale a venire di persona nell’ultimo tratto della principale strada cittadina.



Gli esercenti concordano con la lettera-denuncia e puntano il dito su un bar, diventato il catalizzatore degli sbandati.

«Noi abbiamo scommesso sulla riqualificazione di questa zona, avendo aperto da pochi mesi – afferma una ristoratrice 46enne – Ma è successo di tutto. Hanno rubato gli ombrelloni della distesa; la polizia locale sa chi sono, ma intanto li ho dovuti ricomprare. E un giorno, durante un controllo della polizia al noto bar, mentre scappavano dei giovani hanno gettato la droga dentro le mie fioriere: per fortuna li ho visti ed è venuta l’antidroga a recuperare gli involucri. Non capisco perché il bar non venga chiuso. Purtroppo funziona così: chi è corretto non riceve alcun supporto, mentre chi non è corretto rimane aperto». La 46enne ha gestito per anni un altro locale in viale Montegrappa. «Un altro mondo: e stiamo parlando di una distanza di 50 metri. Niente nome, la prego: sono qui per lavorare, non per essere vandalizzata».

Una 70enne preferisce tacere il nome dell’attività. «Il degrado è assolutamente peggiorato. Fino a qualche mese fa i fumatori di crack non si vedevano. Adesso io, che abito in viale Piave, l’altro giorno alle 16.30 mentre uscivo di casa mi sono ritrovata dei disperati che consumavano crack tra le auto parcheggiate; oppure si mettono dietro i cassonetti dell’immondizia dei controviali. Scene così non le avevo mai viste. Le mie dipendenti finiscono alle 22 e le faccio accompagnare. Senza parlare del clochard che dorme e urina nella galleria qui a fianco: puliamo sempre noi. Sa cosa penso? Che abbiamo mandato via i senzatetto dalle Reggiane per ritrovarli in centro storico». Ricette? «Si potrebbe iniziare dal chiudere quel bar, con i suoi traffici di droga, prostituzione di bassa lega e ricettazione. Capisco le difficoltà delle forze dell’ordine; quando eseguono i controlli a tappeto vedo certi individui che danno l’allarme, c’è un fuggi fuggi generale, spariscono tutti, salvo poi ricomparire appena i poliziotti vanno via. Però quel bar va chiuso. E non per cinque giorni, non serve a nulla». Non è una questione di razzismo, precisa la 77enne. «Qui ci sono tanti negozi cinesi dei quali si può solo parlare bene. Il parrucchiere cinese di viale IV Novembre addirittura si è ritrovato un escremento sullo zerbino: le sembra normale?».

Anche il titolare 66enne di un’attività storica chiede l’anonimato. «In passato mi hanno spaccato la vetrata: vorrei evitare di ripetere l’esperienza». Tuttavia l’esercente conferma il quadro desolante. «Queste persone dormono sotto gli androni, bevono dalla mattina a sera, si fanno di crack, spacciano alla luce del sole. Le amministrazioni cambiano, ma va sempre peggio. E i miei clienti preferiscono non venire in questa parte di via Emilia. Prima o poi dovrò andarmene». 

Il servizio completo sulla Gazzetta di Reggio in edicola oggi martedì 14 maggio.