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È morto Romano Gialdini ultimo dei pontieri

È morto Romano Gialdini ultimo dei pontieri

Aveva 85 anni. Martedì il funerale

19 maggio 2024
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Boretto Il Po perde uno dei più preziosi custodi delle sue tradizioni. Boretto e la Bassa reggiana piangono la scomparsa di Romano Gialdini, per tutti – da sempre – “Romano dal Pont”. Indebolito negli ultimi tempi da una malattia che ne aveva minato il fisico, ma non lo spirito, Gialdini è morto nella notte tra venerdì e ieri. Aveva 85 anni.

Era lo storico gestore del museo intitolato al padre Dino (ultimo capopontiere, prima del nonno Archimede), che ha curato con amore e passione sino all’ultimo: un luogo, questo, che era di proprietà della Provincia e venne acquistato da Romano proprio con l’obiettivo di renderlo un’esposizione permanente, con al suo interno una ricca documentazione visiva delle trasformazioni occorse alle modalità di attraversamento del fiume.

Qui sono tuttora conservati oggetti, attrezzi, strumenti e fotografie che raccontano della vita e delle abitudini prima della costruzione del ponte in cemento (qui conosciuto come “il ponte di Viadana” che sostituì il ponte in chiatte nel 1967).

Locali che profumano di un tempo che non c’è più, nei quali Gialdini ha aiutato migliaia di turisti e visitatori a compiere un balzo all’indietro negli anni, per ripercorrere le vicissitudini che hanno accompagnato le storie del Po, del ponte, e della sua famiglia.

Gialdini ha inoltre associato il suo nome anche alla mitica trattoria “Del pesce”, a fianco della quale, sempre in via Argine, sorge anche l’“Albergo del Po” – gestiti sempre insieme alla moglie, titolare, e ai due figli – luoghi entrati a pieno titolo nella storia e nella tradizione locale.

La fama di Gialdini superava i confini borettesi. Grazie alla tradizionale e gustosa cucina del ristorante e all’originalità del museo, la sua notorietà si è allargata sin oltre Emilia e Lombardia, merito anche della posizione strategica delle strutture. Gialdini non è stato una semplice guida: la sua vita è stata legata al Po e per questo chi ha avuto il piacere di conoscerlo e ascoltarlo non se ne andava con semplici nozioni, ma portava a casa racconti indimenticabili, ancora precisi e dettagliati come se gli episodi narrati fossero avvenuti pochi mesi prima. Innumerevoli gli aneddoti che amava raccontare, dalla Seconda guerra mondiale alla piena del 1951, dalle numerose piene che lo hanno costretto a fare “San Martino” mille volte (come testimoniano le tante tacche sui muri) fino agli ultimi anni, quando si arrabbiava nel vedere il suo Po ridotto, in estate, a poco più di un rigagnolo. Una delle ultime uscite pubbliche di Gialdini risale a inizio aprile, quando al museo ha fatto visita l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, per registrare un’intervista da inserire nel docufilm dedicato proprio a Gialdini e alla sua vita, realizzato dal regista brescellese Ezio Aldoni.

Per Prodi si trattava di un ritorno, perché da bambino frequentava questi luoghi grazie al padre, ingegnere della Provincia che seguiva gli aspetti tecnici del ponte in barche.

Commosso il ricordo del sindaco Matteo Benassi: «Sono poche le persone che rappresentano davvero un paese. Quando lo amano come lo amavi tu, diventano il paese. Ciao Romano, ultimo dei pontieri».

La camera ardente è stata allestita all’interno del museo, dove tantissimi amici e borettesi sono accorsi per portare la propria vicinanza alla famiglia. Il rosario si terrà stasera, alle 20.30, in basilica, mentre il funerale è in programma martedì, con partenza alle 10.15 dal museo e arrivo in basilica. Gialdini lascia la moglie Lina, i figli Franco e Fabrizia, il genero Leonardo, le nipoti Francesca, Federica e Fiorenza, la sorella Romana, il cognato Luigi, le nipoti Stefania con Cesare e Giulia e Chiara con Marco, Maria e Caterina, oltre alla consuocera Romana.

La famiglia chiede non fiori ma eventuali offerte al reparto di Oncologia di Guastalla. Quasi come per rendergli omaggio, il Po in crescita, proprio ieri è arrivato ad allagare parte dell’officina, ultimo saluto del Grande Fiume a uno dei suoi grandi personaggi. l

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