Gazzetta di Reggio

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La festa in paese

A Campegine più di 500 bambini in piazza per la pace

Daniela Aliu
A Campegine più di 500 bambini in piazza per la pace

Grande successo ieri per “Città Partecipata”

26 maggio 2024
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Campegine Più di 500 bambini per la “Città Partecipata” ieri mattina a Campegine, che quest’anno ha avuto come filo conduttore il tema della pace. La festa ha preso il via alle 8.30, con le strade e le piazze di Campegine popolate dagli alunni di tutte le scuole del territorio (nidi e scuole dell’infanzia comunali e parrocchiali) impegnati nelle più diverse attività tra laboratori e giochi a tema (di pace e sicurezza), con la collaborazione del Comune e di numerosi volontari dell’associazione nazionale carabinieri in congedo, della polizia locale Val d’Enza, Vab (vigilanza antincendi boschivi) e di diverse associazioni locali. Sempre in mattinata, alle 11.30, si è tenuta l’esibizione delle classi della scuola secondaria di primo grado.

Gli alunni hanno preparato un striscione di oltre sei metri di lunghezza con la scritta “Campegine per la pace” (nella foto) su cui i più piccoli hanno messo l’impronta della loro mano colorata. Lo striscione verrà esposto nei prossimi giorni fuori dal comune di Campegine.

La mega festa si è conclusa con la foto per la pace davanti al municipio assieme a tutti gli alunni.

«La “Città Partecipata” – spiegano gli organizzatori – è un progetto che vede la collaborazione di tutti gli enti territoriali e che unisce, nelle piazze e nelle vie più importanti del paese, tutti i ragazzi della scuole del territorio impegnati, assieme agli insegnanti, in diversi laboratori sul tema della pace. Una giornata che richiama una potenza narrativa e simbolica unica ovvero il punto di contatto tra il progetto di città e il progetto educativo, ma anche il luogo di incontro e scambio tra le diverse comunità e i soggetti che gravitano intorno alla scuola. Quest’anno abbiamo scelto come filo conduttore il tema della pace. Il nostro vuole essere un cammino fatto di tanti piccoli gesti, ogni giorno, di accoglienza e di incontro, che parlano di pace. Perché oggi più che mai bisogna parlare ed educare la pace, cominciando dalle scuole».