Gazzetta di Reggio

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L’anniversario

La scuola elementare De Amicis di Guastalla compie 100 anni

Jacopo Della Porta
La scuola elementare De Amicis di Guastalla compie 100 anni

Sabato 1 giugno in cortile si commemora la ricorrenza con un evento pubblico

30 maggio 2024
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Guastalla La scuola elementare Edmondo De Amicis, oggi parte dell’istituto comprensivo Ferrante Gonzaga, compie cento anni.

La ricorrenza sarà celebrata sabato pomeriggio 1 giugno con un evento aperto alla città e poi mercoledì dagli studenti e dalle loro famiglie.

L’edificio che ospita la scuola primaria venne progettato nei primi anni Venti dall’ingegnere parmigiano Guido Albertelli, che a Guastalla firmò anche l’ex macello. «Spesso si ritiene che la scuola abbia uno stile Liberty – spiega l’architetto Stefano Storchi, che ha spulciato gli archivi comunali alla ricerca di documenti del periodo in cui fu costruita – ma in realtà nella sua semplicità rimanda molto di più alla Secessione viennese, ad esempio nell’elemento caratteristico delle lesene a tutta altezza».
 

Intorno a questo complesso aleggia un mito. Dall’alto, la forma appare come una “M”, che per taluni sarebbe un omaggio a Mussolini. In realtà, la biografia dell’ingegnere e soprattutto il periodo nel quale iniziò la progettazione non confortano questa tesi. «Semplicemente – dice Storchi – la pianta segue la conformazione delle strade, cioè via Affò, via De Amicis e via Bacchiavini».

Significativa, invece, è sicuramente l’intitolazione a Edmondo De Amicis, il cui libro Cuore conobbe un successo inarrestabile fin dalla sua pubblicazione, nel 1886, tanto da raggiungere il milione di copie vendute proprio nel 1923. L’intento pedagogico del romanzo, teso a instillare nelle nuove generazioni valori civili quali l’amore per la patria, lo spirito di sacrificio e la carità verso i più sfortunati, venne abbracciato con convinzione da tanti maestri e dirigenti.

Il centenario è soprattutto l’occasione per riflettere sulla storia delle persone che hanno animato questo edificio, a partire da quella della direttrice didattica del periodo 1923-1956, Margherita Grassi, donna forte e dalle grandi capacità, con lo sguardo costantemente rivolto alle esperienze che all’epoca erano considerate all’avanguardia sotto il profilo educativo. Una sua foto e alcuni suoi pensieri campeggiano di fronte all’ingresso dello straordinario “Museo della scuola” che si trova all’interno dell’istituto e nel quale sono state riprodotte con materiale originale due aule, una degli anni Trenta-Quaranta e un’altra del Dopoguerra. Ad aver voluto questo luogo nel 2003 sono state alcune maestre, che da allora si sono poste al servizio di un progetto culturale e didattico in continua crescita.
 

Il museo è uno scrigno prezioso, non solo per gli oggetti che custodisce – pennini, banchi di legno, pallottolieri, cartine geografiche, la bacchetta impugnata dalla maestra per mantenere l’ordine... – ma soprattutto per i documenti. «Sono conservati – dice la maestra in pensione Adriana Micheli – libri di didattica e di pedagogia della fine dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, quaderni e ricerche degli alunni, relazioni di fine anno degli insegnanti, registri, materiale cartaceo di segreteria e corrispondenze».

Tra le carte affiorano le storie dei bambini che dovevano lasciare la scuola perché malati o perché le madri dovevano andare in Piemonte a fare le mondine. Una lettera contiene i ringraziamenti di alcuni soldati sul fronte russo per gli indumenti realizzati in classe e inviati loro, mentre da altra documentazione scolastica si apprende che nel 1951 un alunno di sette anni, che non sapeva nuotare, salvò una bambina di tre che era scivolata nel Crostolo, proprio come in un episodio raccontato da De Amicis. Anche quel bambino, al pari di quello del romanzo Cuore, fu premiato per il suo eroismo.

Quella vicenda di cronaca, insieme a tante altre informazioni, storie, curiosità di vario genere, è custodita nei cassetti della memoria delle primarie di via Affò, che a cent’anni dalla nascita continuano ad essere un luogo vivo e centrale per lo sviluppo della comunità.

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