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Il caso

Torna libero dopo l’arresto al rave. Il giudice: «La droga non prova lo spaccio»

Ambra Prati
Torna libero dopo l’arresto al rave. Il giudice: «La droga non prova lo spaccio»

Gualtieri: nell’auto del 46enna c’erano Mdma, cocaina, ecstasy e altro

30 maggio 2024
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Gualtieri «Per quantità e qualità della droga l’arresto è stato legittimo, ma di per sé non basta a provare lo spaccio: il contesto può giustificare un uso di gruppo». Con questa motivazione il giudice monocratico Matteo Gambarati ha convalidato l’arresto dell’unico arrestato per spaccio – un 46enne veneziano – nel rave party sventato dai carabinieri a Gualtieri; e al contempo lo ha rimesso in completa libertà.

Lunedì scorso un residente in via Lupi, a Santa Vittoria, ha sentito della musica ad alto volume provenire da una casa disabitata immersa nella vegetazione e ha lanciato l’allarme. L’intervento di sei pattuglie dei carabinieri e della Polstrada di Guastalla ha stroncato sul nascere il rave. L’Arma ha sequestrato l’attrezzatura musicale e un market di stupefacenti, denunciando per invasione di terreni e di edifici otto giovani tra i 21 e i 46 anni: due mantovani, quattro reggiani, un tarantino e il veneziano.

Apparteneva a quest’ultimo un’auto parcheggiata: in uno zainetto sull’auto, su un telo steso per terra e nella tasca dei pantaloni del 46enne sono saltati fuori 3,50 grammi di hascisc, una dose di Mdma, tredici pastiglie di ecstasy, 5,70 grammi di marijuana, 4 dosi (per un peso di 4 grammi lordi) di cocaina, 2 dosi (1,70 grammi) di eroina, 17 confezioni da un grammo l’una di ketamina, una boccetta di “Popper” (droga euforizzante da inalare).

In tribunale il 46enne, difeso dall’avvocato Giorgio Crepaldi di Treviso, ha spiegato di essere un dipendente delle Poste (ha mostrato la busta paga) e ha detto di aver caricato amici più giovani per partecipare a una festa di compleanno. «Non so nulla del rave e non sono uno spacciatore – ha dichiarato – Lo zaino sull’auto non è mio. Io avevo solo qualche grammo di marijuana in tasca, il resto era per la festa».

Il pm onorario ha chiesto l’obbligo di dimora e l’obbligo si firma. Ma il giudice è stato di diverso avviso. «Il quantitativo dello stupefacente è compatibile sia con l’uso di gruppo sia con la cessione a terzi. Tuttavia non è possibile ritenere in modo univoco che la droga fosse per la cessione: addosso all’imputato non è stato trovato denaro né cellulari e, visto il contesto, può essersi trattato di consumo di gruppo. L’imputato è incensurato e non ravviso esigenze cautelari». Sollevato il 46enne e il suo legale. l