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Gli studenti del Filippo Re cancellano i graffiti dal muro

Nicolò Valli
Gli studenti del Filippo Re cancellano i graffiti dal muro

Il progetto insieme a Confedilizia differenzia street art e vandalismo

01 giugno 2024
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Reggio Emilia Col camice bianco, la casacca arancione e il pennello in mano, per una lezione alternativa tra l’arte e l’educazione civica. Ieri mattina, all’Istituto Filippo Re, gli studenti delle classi 3ªA, 3ªD e 3ªE hanno partecipato al progetto “Graffitismo, street art e vandalismo grafico”, alla sua prima edizione e sostenuto da Confedilizia e dalla Soprintendenza. L’obiettivo era far capire ai ragazzi la differenza che c’è tra la street art, letteralmente l’arte creativa di strada, e l’atto vandalico, che consiste semplicemente nell’imbrattamento di un muro. E quale occasione migliore di ripulire il muro esterno della scuola, in cui campeggiavano sino a ieri scritte, senza significato, realizzate con la bomboletta.

Così, dopo una parte teorica, i ragazzi si sono cambiati e, supportati dalla ditta Marmiroli Srl di Bagnolo, si sono messi all’opera nel giardino.

«Dopo alcuni confronti con la presidente di Confedilizia Annamaria Terenziani è nato questo progetto – afferma la preside della Filippo Re Mariangela Fontanesi –. Questa scuola è situata in un edificio storico, e questo è un vero e proprio esempio di rigenerazione urbana. Tra l’altro poco lontano dai graffiti si trova anche un murale molto bello che abbiamo realizzato lo scorso anno: quello è una forma positiva di arte, il resto ci piaceva molto poco. Non sono stati questi ragazzi molto probabilmente a sporcare, ma non importa. Siamo partiti con una strada, che speriamo di proseguire anche negli anni a venire».

«Sono venuto a portare la mia esperienza – dichiara Daniele Castagnetti, in arte mister Dada, street artist – questo movimento artistico racchiude diverse sfaccettature. Il vandalismo fatto con le bombolette è poco educativo, anche perché è spesso privo di contenuti e non fa altro che danneggiare un edificio o offendere qualcuno».

Si è unita Valentina Oliverio, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio: «Proviamo ad avvicinare i ragazzi a questo tema, facendo capire loro la differenza tra arte e vandalismo – ha detto –.Sporcare gli edifici della città ha poco senso, anche perché poi bisogna ripulire e ci si mette molto più tempo. Sensibilizziamo in questo modo anche il nostro patrimonio».

Chiude Confedilizia, con la presidente Terenziani: «Noi siamo l’associazione dei proprietari di casa e da anni ci battiamo contro il vandalismo grafico. Abbiamo iniziato con un decalogo in cui davamo delle linee guida. Chi imbratta, inoltre, non ha autorizzazione e lascia impressi segni e scritte che non hanno un senso logico». 

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