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Il caso Saman

Saman, la foto dell'arresto della madre Nazia in Pakistan

Jacopo Della Porta
Saman, la foto dell'arresto della madre Nazia in Pakistan

Il giornalista Ahmad Ejaz dopo la cattura della mamma della 18enne uccisa a Novellara: «Hanno commesso il delitto per l’onore, ma questo fatto porta disonore su di loro»

02 giugno 2024
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Novellara «L’arresto di Nazia Shaheen è una grande notizia. Il fatto che una donna, casalinga, sia stata arrestata in Pakistan non è qualcosa di scontato. Che poi questo sia avvenuto su richiesta di un altro Paese, l’Italia, è un fatto senza precedenti, così come lo era stata l’estradizione del marito Shabbar nel novembre 2022».

Ahmad Ejaz, giornalista e mediatore interculturale italo-pakistano residente a Roma da tantissimi anni, non nasconde il suo stupore di fronte alla svolta inaspettata della cattura della madre di Saman. La notizia è rimbalzata sui media italiani nella mattinata di venerdì e lo stesso Ejaz è stato chiamato a commentarla da varie testate, tra cui Rainews. «Questa notizia rappresenta anche motivo di speranza per il futuro – prosegue il giornalista – perché manda un segnale molto preciso: se qualcuno commette un delitto d’onore fuori dal Paese sarà cercato anche al rientro in Pakistan. Forse la madre di Saman pensava che nessuno l’avrebbe cercata». Tanto è vero che si trovava a Kharian, nel distretto di Gujrat, ad appena un’ora di auto dal villaggio di Charanwala dal quale provengono gli Abbas.

Ejaz riflette anche sui risvolti di questo avvenimento sul processo di secondo grado (la procura di Reggio Emilia farà sicuramente appello per l’assoluzione dei due cugini e per lo zio Danish Hasnain condannato a 14 anni, così come alcuni difensori degli imputati). «Nazia potrebbe parlare, perché ormai la famiglia è andata completamente in rovina. Potrebbe anche rivelare cosa è accaduto quella notte. Ma potrebbero farlo anche altri componenti della famiglia, come il marito o lo zio. L’arresto di una donna è un motivo di vergogna per tutta la famiglia. Hanno commesso il delitto per l’onore, ma questo fatto porta disonore su di loro».

Gli avvocati difensori di Shabbar Abbas, Enrico Della Capanna e Simone Servillo, parleranno con il loro assistito nei prossimi giorni. Ma la notizia dell’arresto della moglie è già arrivata dietro le sbarre, grazie all’efficienza di quella che viene definita “radio carcere”. Di certo, la collaborazione del Pakistan con le autorità italiane è un dato significativo e per alcuni aspetti inedito.

«Il Paese ha molti problemi economici e credo abbia bisogno di buone relazioni internazionali. L’estradizione, però, non è scontata, bisognerà vedere come sarà recepita la notizia in Pakistan, ad esempio dai partiti di ispirazione religiosa». La notizia, intanto, come si legge nell’articolo sotto, ha fatto capolino anche sui media pakistani, dove la storia di Saman, a quanto riferisce Ejaz, non aveva invece suscitato grande interesse. Se Nazia fosse estradata in Italia, sarebbe significativo anche per una ragione meramente statistica. Sarebbe la quarta donna pakistana in carcere in Italia, secondo dati del Ministero della Giustizia aggiornati al 30 aprile scorso. In totale, i pakistani dietro le sbarre in Italia (tra imputati, condannati e internati) sono 359 (1,9% della popolazione carceraria). Il 12 giugno la madre di Saman tornerà in aula a Islamabad per l’inizio dell’iter finalizzato all’estradizione. Nel caso del marito ci sono voluti molti mesi. L’avvocato Simone Servillo, che difende la donna in Italia, non esclude che l’iter possa essere molto più veloce in virtù della precedente istruttoria che ha riguardato Shabbar. Comunque, anche in questo l’ultima parola spetterà al potere politico. © RIPRODUZIONE RISERVATA