Gazzetta di Reggio

Reggio
L’incidente

Le ultime foto di Giacomo al matrimonio di un amico prima della tragedia

Gabriele Canovi

	Giaomo Olivieri è i giovane che abbraccia un amico
Giaomo Olivieri è i giovane che abbraccia un amico

Il 24enne lavorava per la Bofrost di Reggio Emilia. La commovente lettera degli amici

03 giugno 2024
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Reggio Emilia   Era iniziata come una serata di festa e si è trasformata in una tragedia. Giacomo Olivieri – il 24enne che ha perso la vita sulla tangenziale Modena-Sassuolo dopo essere stato travolto da un’auto mentre stava aiutando un altro automobilista – stava rientrando a casa dopo aver festeggiato a Cortile di Carpi il matrimonio di una coppia di amici. Momenti di gioia che aveva immortalato con foto e video poi pubblicati sul suo profilo Instagram. Le sue ultime storie Instagram, infatti, sono state registrate proprio nella frazione carpigiana: si vede Giacomo in giacca e cravatta, sorridente. Quello stesso sorriso che i suoi amici più stretti definiscono «unico».

Aveva quindi condiviso sul suo profilo social alcuni momenti speciali del matrimonio, poi era salito in macchina ed era ripartito in direzione Casinalbo (frazione di Formigine) dove abitava. Poco prima delle due, all’altezza dello svincolo per Baggiovara, la tragedia: sceso dall’auto per soccorrere un automobilista che aveva investito un istrice vagante, è stato investito da una terza auto sopraggiunta poco dopo. La notizia della sua morte è stata uno choc per i suoi amici e per tutta la comunità formiginese: Giacomo, che aveva frequentato lo Zanelli a Reggio Emilia e avrebbe compiuto 25 anni il prossimo 2 luglio, amava il basket e le automobili e aveva giocato per diversi anni a pallacanestro con la Pgs Smile. 

 «Giacomo era una persona straordinaria che ha lasciato un segno indelebile nelle nostre vite. Era un amante della vita, delle macchine e del basket: ha sempre affrontato ogni giorno con un atteggiamento positivo che ispirava tutti noi». Inizia così la straziante lettera d’addio scritta dagli amici del giovane che lavorava per la Bofrost di Reggio Emilia. «Le sue passioni erano una manifestazione del suo spirito avventuroso e della sua energia contagiosa – scrivono Francesco Belgiorno, Tommaso Minarini, Thomas Gibertoni e Andrea Gibellini –. Ogni volta che si parlava di auto, i suoi occhi si illuminavano, e poteva passare ore a discutere dei dettagli più tecnici o delle emozioni di una corsa. Il basket, invece, era la sua valvola di sfogo, il campo dove si lasciava andare, dimostrando forza, agilità e passione senza pari».

Per gli amici, “Jack” – così lo chiamavano – era una persona speciale: «Ciò che veramente lo contraddistingueva era il suo approccio alla vita. Sempre ottimista, affrontava ogni sfida con un sorriso e una determinazione incrollabile. Non importava quanto fosse difficile la giornata, trovava sempre un motivo per ridere e far ridere chi gli stava intorno. La sua gioia di vivere era palpabile e la condivideva con tutti noi attraverso gesti semplici ma significativi, che rendevano ogni giorno un po’ più luminoso. Giacomo ci ha insegnato a godere delle piccole cose, a non arrenderci mai e a vedere sempre il lato positivo della vita».

Se Giacomo se n’è andato, non se ne andranno tutti i momenti che il gruppo ha passato insieme: «Mentre ricordiamo il nostro amico, celebriamo anche l’eredità che ci ha lasciato: un esempio di vita piena e vissuta con passione e ottimismo. Non dimenticheremo mai le risate condivise, le partite di basket, le discussioni sulle auto, e soprattutto il suo spirito indomabile. Grazie, Jack, per averci mostrato come vivere ogni giorno al massimo. Ci mancherai, ma la tua luce continuerà a brillare nei nostri cuori. I tuoi cari amici: Belgio, Mina, Tommy e Gibbo».