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La più anziana di Reggio Emilia: «Voto a 103 anni per migliorare le cose»

Serena Arbizzi
La più anziana di Reggio Emilia: «Voto a 103 anni per migliorare le cose»

Elezioni 2024: Diva Beretti, ospite della residenza “I Girasoli”, è entrata sorridente nella cabina allestita in una sala della casa protetta

09 giugno 2024
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Reggio Emilia  «Non ho mai saltato un’elezione e ho intenzione di votare anche adesso, a pochi mesi dal mio compleanno, perché… perché voglio migliorare le cose». Ha una lucidità invidiabile, una delicatezza e una cura che si percepiscono a prima vista da ogni dettaglio con cui si è preparata per questa giornata importantissima e le idee chiare sulle preferenze che sta per esprimere tra poco.

Diva Beretti il 26 settembre compirà 104 anni ed è la reggiana più anziana a essersi recata al voto: ormai si è perso il conto del numero di elezioni alle quali ha esercitato questo diritto, compresa quella, storica, del 1946. Storica e dal significato particolare perché è stata la prima volta delle donne alle urne. E le donne, da allora, come si dice nel film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi che tanto successo ha riscosso, stringono le schede come “biglietti d’amore”. Diva è ospite della casa residenza “I Girasoli” di via Zambonini, struttura di Asp (Azienda per i servizi alla persona, presieduta dalla dottoressa Mariella Martini): è qui dal 2017 e dopo avere fatto colazione di buon’ora, ha votato. La raggiungiamo al secondo piano, mentre accudita amorevolmente dal personale e dalla coordinatrice di struttura Pamela Guidi, raggiunge il piano terra, dove, insieme a numerosi altri ospiti, attenderà il proprio turno per votare al seggio speciale 17.

«La mia preferenza ce l’ho, ma non la dico a nessuno – confida Diva, pochi minuti prima di recarsi alla cabina allestita ad hoc nella struttura –. Quel che posso rivelare è che ho sempre votato il mio pensiero, in assoluta libertà e voto perché spero di dare il mio contributo a migliorare la situazione. Non mi va di stare con le mani in mano per poi lamentarmi se le cose non vanno bene».

Diva è nella struttura dal 2017. È nata a Carpineti il 26 settembre del 1920. La mamma di Diva, Liduina, morì quando lei era piccola, il papà si risposò con Zefferina e la allevò come una madre. Dall’unione con Zefferina nacque Gabriella. Diva si è sposata con Enos dal quale ha avuto il figlio Paolo che ha cresciuto a Reggio; con il marito per svariati anni ha condotto un negozio di colori e vernici. In seguito alla perdita di marito e figlio, Diva ha rafforzato il legame con il nipote Giuliano, figlio della sorella Gabriella, venendo pienamente contraccambiata. 

«La speranza è che tutto vada migliorando – dice Diva mentre raggiunge le urne –. Se comandassi io, allora sì che sbrigherei tante cose e risolverei tanti problemi. Farei tante cose. Adesso è il turno della Meloni, di Salvini, della Schlein. Ci sono loro al potere, speriamo possano fare qualcosa di buono», aggiunge rivolta a un’altra ospite 94enne.

Quando Diva raggiunge il seggio insieme alla presidente Angela De Lucia e agli altri componenti, la foto ricordo è d’obbligo. Diva prende la scheda azzurra e quella marrone e va in cabina autonomamente per votare sfoderando poi un bel sorriso appena dopo aver apposto la crocetta.

Diva era già stata sotto i riflettori alla bellezza di 102 anni. Nell’agosto dello scorso anno, infatti, fu protagonista di un intervento chirurgico record considerata l’età della paziente. Diva rischiava di perdere la gamba e i chirurghi vascolari del Santa Maria Nuova, i medici Nicola Tusini e Giovanni Giannace, gliel’hanno salvata. Era stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso per l’ischemia di una delle gambe, una condizione che avrebbe reso necessaria l’amputazione dell’arto con un elevato rischio di decesso post-operatorio. Invece, una volta fatte le opportune valutazioni, Diva ha dato il consenso all’operazione per combattere l’occlusione embolica dell’arteria femorale. L’intervento è stato eseguito con la paziente sveglia e con la sola infiltrazione di una minima quantità di anestetico a livello dell’inguine, proprio per ridurre il rischio di complicanze.

Già dal giorno successivo all’intervento, era tornata ai Girasoli.