Gazzetta di Reggio

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Omicidio di Bibbiano, l’assassino era in lista d’attesa per entrare in comunità

Ambra Prati
Omicidio di Bibbiano, l’assassino era in lista d’attesa per entrare in comunità

Reggio Emilia: Riccardo Stefani era stato scarcerato da un anno. La madre ha lamentato di essere stata lasciata sola

10 giugno 2024
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Bibbiano L’omicida di Bibbiano, Riccardo Stefani, 41 anni, era in lista d’attesa per entrare in una comunità terapeutica. Lo ha affermato la madre Osvalda Fava, ascoltata a lungo dai carabinieri nell’immediatezza dei fatti, che non ha avuto un ruolo attivo: la donna, presente in casa al momento del violento diverbio, mentre Ilirjan Manaj prendeva a calci e pugni la porta dell’appartamento intimando ai due barricati dentro di aprire, ha sostanzialmente confermato la versione del figlio, dichiarando che il vicino furioso voleva entrare in casa e suo figlio si è difeso.

Sabato la madre si è recata a fare visita a Riccardo alla Pulce, parlando a lungo con l’avvocato difensore di fiducia Stefano Germini. La madre (che aveva sporto più di una denuncia per maltrattamenti nei confronti del figlio convivente, denunce puntualmente ritrattate e ritirate) ha lamentato di essere stata lasciata sola nella difficile gestione di Riccardo, che quando veniva colto dalle crisi – dovute all’astinenza da alcol e droga – diventava violento, distruggeva i mobili e se la prendeva anche con lei. Il 41enne era seguito dal Sert di Montecchio e dal Centro di Salute Mentale dello stesso Comune, dov’era in cura da una psicologa psicoterapeuta; un supporto insufficiente, secondo la madre, che aveva chiesto più volte il collocamento in una comunità. Pare però che in comunità non ci fosse posto e Riccardo era rimasto in attesa.

«Ho interloquito con il mio assistito, ma non me la sento di rilasciare dichiarazioni finché non avrò letto il capo d’imputazione – ha detto ieri l’avvocato Germini –. Stefani è una persona con problematiche psichiatriche, oltre che di dipendenze. È chiaro che avrebbe bisogno di una struttura specializzata per essere curato».

Trascorsi difficili, quelli di Riccardo: era uscito dal carcere un anno fa e da allora è andato ad abitare in via Fratelli Corradini. Era stato condannato per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale: uno dei tanti episodi che aveva collezionato, scontando la pena e tornando pienamente libero.

«Lo ha difeso per quell’episodio, ma non mi risulta che Stefani avesse mai commesso reati gravi contro la persona come quello del quale deve rispondere ora», ha concluso il legale. Qualche furterello e imbrattamento, come quello della rotatoria: nell’ottobre scorso il suo cane morì investito proprio in quel tratto di strada e il padrone addolorato aveva vergato con la bomboletta spray frasi incomprensibili sul cordolo e sui cartelli della rotonda all’ingresso del paese.

Tra oggi e domani in tribunale a Reggio Emilia si svolgerà la convalida dell’arresto, avvenuto in flagranza subito dopo l’omicidio da parte dei carabinieri di Bibbiano, di Montecchio e della Sezione Radiomobile di Reggio. Del resto Stefani ha già dato la sua versione nell’interrogatorio davanti al pm Isabella Chiesi.