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Le indagini

Omicidio di Bibbiano. «Non è stato Ilirjan a sfondare la porta, da Stefani un’aggressione pura e semplice»

Serena Arbizzi
Omicidio di Bibbiano. «Non è stato Ilirjan a sfondare la porta, da Stefani un’aggressione pura e semplice»

La ricostruzione del delitto da parte di figlia e moglie della vittima

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Bibbiano «Quella contro Ilirjan Minaj è stata un’aggressione pura e semplice: Stefani non ha agito per legittima difesa. La famiglia della vittima non accetta questa tesi». L’avvocato Nino Giordano Ruffini tutela Natasha Bylykbashi, 57 anni, e Giulia, 19, rispettivamente moglie e figlia di Ilirjan Minaj, 61 anni, ucciso mentre saliva le scale del condominio di via Fratelli Corradini, nella tarda serata di venerdì scorso. Emergono nuovi particolari dal legale che tutela i famigliari di Minaj. In precedenza, infatti, si era diffusa la versione secondo cui il 61enne, pavimentista di origine albanese residente a Bibbiano da 26 anni, fosse salito a casa del suo vicino per un incontro chiarificatore con Riccardo Stefani, trasformatosi in una violenta colluttazione a seguito della quale ha trovato la morte. Stefani, 41 anni, in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, è conosciuto per la sua abitudine di infastidire parecchie persone. Inizialmente, secondo quanto ricostruito dalle prime versioni, sembrava che Ilirjan, detto “Lili”, lo avesse affrontato dopo aver subito uno sgarbo di troppo. In realtà, secondo la ricostruzione della famiglia della vittima, emerge un’altra versione.

La ricostruzione

Riccardo Stefani ha lanciato un vaso di fiori fuori dalla finestra del secondo piano, prima dell’omicidio. Il vaso aveva sfiorato Minaj, il quale era entrato nel condominio, ma non per affrontare il 41enne. «Minaj stava entrando nel palazzo per andare a trovare un parente che vive lì, non per raggiungere Stefani», spiega l’avvocato Ruffini. Mentre stava salendo, il 61enne è stato assalito da Stefani che gli ha gridato: «Ti ammazzo». Nel frattempo, la madre di Stefani avrebbe chiuso il figlio fuori di casa, intimorita dal suo atteggiamento. Ed ecco il colpo di scena, rispetto alla versione precedente. «È stato Stefani a rompere la porta, non Minaj – dichiara Ruffini –. Stefani è rientrato nella casa della madre, ha afferrato il coltello e si è avventato su Minaj colpendono alla bocca e al petto». A questo punto Minaj avrebbe cercato di scendere dalle scale – e questo spiega la presenza delle gocce di sangue sulla scala – mentre Stefani si è barricato in casa. È stato poi catturato dai carabinieri che sono stati costretti a renderlo inoffensivo attraverso il taser. Ieri mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia a carico del 41enne, in carcere e non in tribunale perché Stefani non stava bene. «L’ho visto molto provato per l’accaduto, ma per il momento preferiamo non aggiungere altro, anche per rispetto alla famiglia». Stefani si è dunque avvalso della facoltà di non rispondere. Oggi è attesa l’autopsia. l © RIPRODUZIONE RISERVATA