Gazzetta di Reggio

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Dopo l’omicidio

Uccise un 18enne in stazione, adesso rischia l’ergastolo

Ambra Prati
Uccise un 18enne in stazione, adesso rischia l’ergastolo

Delitto, il killer in corte d'assise senza sconti

13 giugno 2024
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Reggio Emilia Ha trapassato il torace della vittima da parte a parte, con un coltello da cucina lungo 30 centimetri, uccidendo il 18enne Mohamed Ali Tabhet per una lite legata all’acquisto di droga: 10 euro. Questo il movente del delitto della stazione tra tunisini senzatetto, che vede il 24enne Adi Mohsen alla sbarra per omicidio volontario aggravato dai futili motivi: rischia l’ergastolo. Ieri in tribunale l’assassino ha presenziato all’udienza preliminare. Il suo difensore Mattia Fontanesi ha tentato di smontare l’aggravante e ha chiesto la riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale: ma ogni istanza della difesa è stata respinta dal gip Andrea Rat, che ha disposto il rinvio a giudizio senza spostare di una virgola il quadro accusatorio. Mohsen affronterà il dibattimento davanti alla giuria popolare: il processo in corte d’Assise inizierà il 5 luglio, tra poco più di un mese. Aveva suscitato parecchio clamore il delitto consumatosi sul binario 1 della stazione storica, dove la sera del 31 maggio 2023 Thabet – arrivato in Italia come minorenne non accompagnato e finito nel limbo degli irregolari – è stato accoltellato dal vicino di coperta, un altro giovane dalla vita ai margini. Il cadavere è stato scoperto all’alba del giorno seguente. La Polfer ha trovato l’arma – il coltellaccio da cucina – in un cestino dei rifiuti, ancora sporca di sangue. Un caso subito risolto dai carabinieri grazie alle telecamere di videosorveglianza. Ma l’assassino era fuggito a Marsiglia; dopo una latitanza durata 45 giorni, il 15 luglio 2023 è stato catturato e da allora è detenuto alla Pulce. È reo confesso. Il pm Giulia Galfano gli contesta l’aggravante di aver agito per motivi futili: la coltellata (che ha provocato una profonda ferita, la perforazione di un polmone e uno choc emorragico interno ed esterno risultato fatale) sarebbe stata «una mera reazione agli insulti rivoltigli da Thabet nel contesto di una lite scaturita poche ore prima, e poi proseguita, per questioni inerenti l’acquisto di stupefacenti del valore di 10 euro». Ieri l’avvocato Fontanesi ha sostenuto che i motivi non sarebbero futili, considerato il contesto socio-culturale degradato nel quale pochi spiccioli potevano fare la differenza. Tesi che non è passata. «L’intenzione del fendente è chiara», ha dichiarato l’avvocato Angelo Russo (ieri sostituito dalla collega Daniela Obodai), che tutela lo zio della vittima costituitosi parte civile. La richiesta di rito abbreviato avanzata dall’avvocato Fontanesi è funzionale e tattica: se in futuro cadrà l’aggravante, l’imputato avrà diritto allo sconto di un terzo della pena.