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L’inchiesta

Abusi sessuali gravissimi in un asilo del Ferrarese, l’educatore confessa

Annarita Bova
Abusi sessuali gravissimi in un asilo del Ferrarese, l’educatore confessa

Almeno 14 bambini coinvolti. Sospetti su un complice, l’angoscia dei genitori

20 giugno 2024
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Ferrara Atti sessuali gravissimi su bambini dai tre ai cinque anni. Messo davanti ai video e alle foto l’educatore di 21 anni che svolgeva servizio civile in un asilo dell’Unione Valli e Delizie (comuni di Portomaggiore, Ostellato e Argenta) è crollato ed ha confessato. Un’inchiesta che è destinata a crescere. L’accusato potrebbe non essere l’unica persona coinvolta: nei disegni di alcuni bambini coinvolti appare un adulto alto e con gli occhiali, figura su cui si starebbe concentrando l’attenzione degli inquirenti.

Il giudice Domenico Truppa del Tribunale di Bologna, letti gli atti ed esaminata la richiesta di giudizio immediato presentata dal pubblico ministero il 6 giugno scorso, ha disposto il giudizio immediato. “In relazioni agli atti indicati – si legge nel decreto -, appare evidente la prova dei fatti contestati, il che rende superfluo lo svolgimento dell’udienza preliminare”. Le indagini di polizia giudiziaria, le videoriprese, i verbali di perquisizioni e sequestro, le consulenze tecniche ma soprattutto l’interrogatorio del 21enne sia davanti all’autorità giudiziaria di Ferrara che a quella di Bologna hanno portato a saltare la fase dell’udienza preliminare rispondendo all’esigenza di accelerare i tempi vista l’evidente fondatezza dell’accusa.

Le accuse

Leggendo quanto scritto nero su bianco, vedendo i filmati e dovendo riconoscere in quelle immagini i propri figli (tra i tre e i cinque anni di età), i genitori delle vittime hanno accusato malori, mentre ormai da mesi i piccoli sono seguiti da psicologi e psichiatri in un centro specializzato a Bologna. Quattro i bambini abusati riconosciuti in maniera chiara nelle immagini registrate all’interno della scuola grazie alle telecamere installate dai carabinieri, ma altri 14 sarebbero i minori coinvolti, cui però non si riesce a risalire all’identità perché nelle foto e nei video compaiono solo i genitali.

Nel telefono e nel pc dell’imputato sono state trovate 112 foto e 9 video in cui compaiono non solo i bambini dell’asilo, ma anche altri minori e il materiale sarebbe stato scaricato in parte dal web, in parte da una chat di Telegram e in parte prodotto dallo stesso ragazzo (non solo nella scuola in questione) che lo avrebbe poi anche diffuso. Le accuse sono di violenza sessuale (art 609 bis) avendo l’educatore abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica delle vittime ed è stato tenuto naturalmente in considerazione anche il ruolo che il 21enne aveva all’interno della scuola. L’educatore dovrà rispondere anche di detenzione e accesso a materiale pornografico realizzato utilizzando minori. Il 21enne ha agito all’interno dell’asilo, i genitori dei bambini si sono accorti dei cambiamenti dei loro figli ed hanno denunciato i fatti nell’autunno scorso. All’interno della scuola sono state così installate le telecamere e sui fatti avvenuti tra quelle mura non ci sono dubbi. Negli atti è tutto messo nero su bianco. Ovviamente la scelta del direttore della Gazzetta di Reggio e di chi scrive è quella di non entrare nei dettagli, che a nulla servono per la completezza della notizia. Per ognuno dei quattro bambini la descrizione di quanto successo è dettagliata e precisa, un racconto di quanto registrato e immortalato.

L’imputato si trova agli arresti domiciliari. Le circostanze aggravanti sono diverse: in primo luogo ha abusato di bambini al di sotto di dieci anni e lo ha fatto all’interno di un asilo. La sua condotta è andata avanti nel tempo e le indagini si muovono su più fronti. In particolar modo potrebbero esserci altre persone coinvolte a diversi livelli in questa vicenda e gli inquirenti si starebbero concentrando su una pista specifica, dopo essersi confrontati con gli specialisti che hanno in cura i piccoli e nei cui disegni non comparirebbe solamente il 21enne. Gli avvocati dei genitori delle vittime puntano inoltre a far luce su altri aspetti. In primo luogo vogliono capire perché il ragazzo è stato lasciato solo con i bambini (non può starci per legge), tanto da avere il tempo di portare avanti una serie di atti. In altri casi, invece, sarebbe riuscito a fotografare pur in presenza di altre persone, potendo evidentemente utilizzare telefoni e tablet all’interno dell’asilo. Va specificato che l’inchiesta è partita dalle denunce delle famiglie di alcuni bambini che frequentano la materna, ma si sono poi allargate anche ad altri ambiti e non tutte le vittime potrebbero far parte della scuola in questione. «Il percorso è ancora lungo - il commento dei genitori -. Noi stiamo difendendo i nostri figli in ogni modo possibile, certi che in passato c’è stato invece chi non ha avuto alcun supporto, alcuna tutela. La speranza è che qualcuno arrivi a pagare e che la nostra possa diventare una battaglia per tutti perché è giusto che tutti arrivino ad avere giustizia. Anche chi in questo momento sta rendendo la nostra vita un grande incubo».