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Preso a sprangate, si indaga sulla lite coi vicini. Il paese: «Ci ha esasperato tutti»

Jacopo Della Porta

	I carabieni a Morsiano, accanto la vittima Stefano Daveti
I carabieni a Morsiano, accanto la vittima Stefano Daveti

Stefano Daveti è ancora in fin di vita. Morsiano su di lui: «Abbiamo fatto tante segnalazioni e denunce»

22 giugno 2024
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Villa Minozzo  «Non conosciamo nessun Stefano... Nessuno di noi frequenta il matto del paese...». La prima battuta scambiata a Morsiano, piccolo borgo di circa 140 abitanti, fa subito capire che aria tira alle pendici del monte Penna, a venti chilometri di distanza da Villa Minozzo.

Dire che Stefano Daveti, il 63enne che da venerdì sera si trova ricoverato in un letto della Rianimazione del Maggiore di Parma, dove lotta tra la vita e la morte, non fosse ben voluto è un eufemismo. La comunità, invece, fa muro intorno al presunto aggressore e da più parti si sottolineano le continue provocazioni messe in atto dalla vittima. «Ci ha esasperato tutti e abbiamo fatto tante segnalazioni e denunce».

Il 63enne, di origine ligure, è arrivato una quindicina di anni fa per vivere nell’ex caseificio del paese, insieme alla compagna sarda, che poi a un certo punto se ne è andata. La convivenza con gli altri abitanti non è mai stata semplice a causa dei suoi problemi psichiatrici. L’uomo risulta seguito dai servizi sociali dell’Unione. Da quanto si è appreso, venerdì pomeriggio un vicino è entrato in casa sua, armato di una spranga di ferro, e lo ha massacrato di botte. Il personale della Croce Verde Alto Appennino, entrato nella camera da letto dove si trovava il ferito, è rimasto impressionato per quello che ha visto.

Ma cosa ha scatenato quella furia? Nel pomeriggio un anziano del paese, padre dell’aggressore, stava tagliando l’erba e Daveti lo avrebbe insultato e preso di mira con continui gestacci, comportamento che viene descritto come abituale. Il signore, una volta finito di tagliare il prato, stanco per le reiterate provocazioni, si è avvicinato e ha iniziato a discutere. In quel frangente si è aggrappato al cancello che però ha ceduto facendolo cadere a terra. Stefano Daveti sarebbe salito sul cancello, di fatto schiacciando l’anziano. Il figlio, che era poco distante, vista la scena, è arrivato con una spranga e poi ha affrontato il vicino nella sua camera da letto. Naturalmente si tratta di una versione di parte, che attende di essere vagliata dagli inquirenti.

Sabato, nel viottolo che conduce alla porta d’ingresso dell’ex caseificio, il cancello era effettivamente divelto e giaceva al suolo. Dopo la spedizione punitiva, padre e figlio si sono allontanati, salvo lanciare dopo un po’ l’allarme.

Erano circa le 19.40 quando sono intervenuti i soccorritori e la centrale del 118 ha inviato sul posto l’elicottero, che poi ha trasferito il ferito al Maggiore di Parma.

I carabinieri di Villa Minozzo e di Castelnovo Monti si sono recati subito in via Domenico Bondi. L’aggressore ha consegnato la spranga che avrebbe utilizzato per picchiare il 63enne. Ieri mattina la Scientifica dei carabinieri ha eseguito i rilievi nell’abitazione della vittima.

La procura di Reggio ha aperto un fascicolo per lesioni gravissime e sta vagliando la posizione dei due familiari.

I dissidi tra Daveti e gli abitanti di Morsiano sono molto frequenti. In più occasioni il 63enne è salito sul tetto facendo gestacci ai passanti o denudandosi; alcuni video che circolano lo testimoniano.

Sul muro della sua casa, lo spezzino ha fatto vari disegni volgari, tra cui un grande sedere visibile dalla strada. Spesso mette in atto azioni di disturbo, come passare ore a percuotere bombole di gas o lamiere. «Venerdì pomeriggio intorno alle 17.30 stava “suonando” come al solito», racconta un residente. «Dunque l’aggressione è avvenuta sicuramente dopo».

Nel corso del tempo lo spezzino ha finito per “blindare” la sua abitazione. Ha realizzato da solo, con materiale di recupero, mostrando una certa abilità manuale, un’ampia recinzione tutto intorno alla sua casa. Poi ha anche recintato un tratto di terra che scende a un vicino ruscello, che utilizza come bagno privato per lavarsi. Talvolta si assenta per qualche mese. «L’ultima volta è ritornato con un tatuaggio sulla fronte».

Nonostante le lamentele sul 63enne siano molto diffuse in paese, non risulta però che abbia mai commesso atti di violenza nei confronti di qualcuno.

La frazione è schierata con il vicino, un padre di famiglia che è ovviamente conosciuto da tutti. l

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