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L’inchiesta

Mazzette e culatello per aggiudicarsi i lavori dell’Aipo: l’imprenditore di Poviglio Paolo Ubaldi ai domiciliari

Ambra Prati
Mazzette e culatello per aggiudicarsi i lavori dell’Aipo: l’imprenditore di Poviglio Paolo Ubaldi ai domiciliari

Corruzione: dopo un anno e mezzo chiusa l’inchiesta costata la sospensione al direttore dell’Agenzia Meuccio Berselli

25 giugno 2024
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Reggio Emilia Buste gonfie di banconote (3.000-3.500 euro per volta) ma anche casse di Champagne e un culatello. Erano le “elargizioni” – mazzette in cambio di appalti e affidamenti di lavori da parte di Aipo sui fiumi Po e Secchia – di Paolo Ubaldi, 74 anni, nato a Lesignano Bagni e residente a Poviglio, amministratore delegato dell’impresa edile Moteco (Movimento Terra e Costruzioni Srl, con sedi in Strada Provinciale Colorno e nella frazione Paradigna di Parma), ora agli arresti domiciliari per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. È il tipo di corruzione, ai danni di un pubblico ufficiale, ritenuta più grave: si rischia una pena dai 6 ai 10 anni.

È l’unico dei quattro indagati, il presunto corruttore reggiano Ubaldi, ad essere stato colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per il rischio di reiterazione ravvisato dal gip di Parma. Il presunto corrotto, l’ex direttore Aipo Meuccio Berselli, pur dovendo rispondere dei reati di corruzione e peculato è a piede libero poiché dal 7 febbraio dell’anno scorso è stato sospeso dalle sue funzioni alla guida dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (e sostituito con il direttore pro tempore Gianluca Zanichelli); per Berselli è scattato un sequestro di beni. Liberi anche gli altri due indagati: un’impiegata amministrativa della Moteco di 53 anni e un altro imprenditore di Parma di 57 anni, accusati rispettivamente di concorso in corruzione (con Ubaldi) e di corruzione tout court. Un altro sequestro di 23.800 euro è stato eseguito nei confronti di un funzionario di Aipo della sede di Cremona.

È questo il risultato, sancito dall’avviso di conclusione di indagini preliminari e dalla conseguente informazione di garanzia a carico dei quattro indagati, di un’indagine della Guardia di Finanza di Parma nata dallo sviluppo di un primo filone investigativo risalente al febbraio 2023. Un’indagine avviata per un’altra ragione: i militari stavano seguendo l’allora direttore di Aipo Berselli per verificare un presunto uso indebito dell’auto di servizio. Peculato che ora il gip ha ritenuto «continuato e sistematico», visto che Berselli - sia durante il periodo in cui era segretario dell’Autorità Distrettuale del Bacino del Fiume Po (Abdpo) sia quando era direttore Aipo – avrebbe usato l’auto di servizio «per fini esclusivamente personali» per un totale di 159 viaggi nel solo periodo aprile-luglio 2022. Mentre seguivano questa pista nel gennaio 2023 gli investigatori hanno assistito allo scambio di una busta tra Berselli e Ubaldi: le Fiamme Gialle sono subite intervenute e hanno constatato che all’interno c’erano tremila euro in contanti. Troppo poco, quel singolo scambio seppur in flagranza, per addebitare la corruzione. In una seconda circostanza, i finanzieri hanno documentato un incontro tra due impiegate della Moteco, l’imprenditore Ubaldi e un funzionario dell’Aipo, a casa del quale sono poi saltati fuori gli oltre 23mila euro.

Per dimostrare che si trattasse di mazzette in cambio di appalti, tuttavia, serviva approfondire. Perciò la Procura di Parma, guidata dal dottor Alfonso D’Avino, ha autorizzato l’uso della tecnologia: il trojan (il cavallo di Troia inoculato su un cellulare, in grado di “far vedere” tutto ciò che passa su qualsiasi dispositivo elettronico di quella persona) e una microcamera (piazzata sull’auto del reggiano) che ha immortalato la consegna di bustarelle. Queste le prove principe dell’inchiesta – che potrebbe allargarsi a cerchi concentrici nelle province vicine, visto che gli atti sono stati trasmessi per competenza a Cremona, Modena e Mantova – conclusa dopo un anno e mezzo. Secondo l’accusa sono tre i rapporti corruttivi documentati e due di questi ruotavano intorno a Ubaldi, già pescato e arrestato nel 2003 insieme all’allora vicepresidente Aipo per una inchiesta fotocopia. Il primo riguarda lavori poi eseguiti dalla Moteco sui fiumi Po (nel Cremonese e ne Mantovano) e sul Secchia (nel Modenese): tre mazzette e un culatello avrebbero fatto sì che Berselli usasse la sua influenza per pilotare l’aggiudicazione a favore della Moteco, per il gip «in assenza di motivazioni diverse dalla realizzazione del solo interesse del privato» oppure in un caso «influenzando la scelta del presidente di Commissione della gara pubblica», nominato tra persone interne ad Aipo e di fiducia per Berselli «pur trattandosi di un appalto di importo superiore a un milione di euro e quindi in violazione del Codice degli Appalti e della dovuta rotazione degli incarichi». Il secondo rapporto corruttivo riguarda un funzionario Aipo della sede di Cremona, che avrebbe preso da Ubaldi la solita mazzetta da 3mila euro; per quest’episodio è finita nel guai, per aver partecipato alla consegna cash, la dipendente amministrativa 53enne.

Un terzo rapporto corruttivo – messo in atto non dal reggiano, ma dall’altro imprenditore 57enne – riguarda la consegna di una cassa di Champagne (sei bottiglie) per un valore di 1.410 euro al direttore Aipo: il prezzo per portare a casa i lavori di somma urgenza per la frana sulla sponda del fiume Enza in località Coenzo nel Comune di Mezzano Rondani (Parma). l © RIPRODUZIONE RISERVATA