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Processo

Spoglia una 12enne e la fotografa Il padre: «È stata una trappola»

Ambra Prati
Spoglia una 12enne e la fotografa Il padre: «È stata una trappola»

Un 60enne davanti al giudice per aver realizzato materiale pedopornografico

27 giugno 2024
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Reggio Emilia «Con la scusa di farle provare dei vestiti, quello sconosciuto ha attirato mia figlia in casa sua, l’ha baciata in bocca, l’ha fatta spogliare nuda e le ha scattato foto. Quando è tornata a casa mia figlia era in lacrime».

Questa la testimonianza del padre di una dodicenne, secondo l’accusa adescata da un reggiano all’epoca 60enne e ora alla sbarra per il reato di realizzazione di materiale pedopornografico.

Da notare che a carico dell’imputato pende in tribunale a Reggio un secondo processo (per violenza sessuale su minore, è lo stesso caso diviso in due tronconi) e un terzo procedimento (un’opposizione a un decreto penale di condanna) in arrivo da Bologna.

I fatti risalgono al 4 ottobre 2020, nel quartiere cittadino dove la famigliola abita. «Il giorno precedente la mamma ha mandato la piccola a fare una commissione – ha raccontato il genitore, citato dal pm Piera Giannusa –. Quel signore (mai visto prima) l’ha fermata per strada, si sono messi a parlare, sono andati a mangiare una pizza. Hanno solo parlato». Pareva finita lì. Ma, secondo la ricostruzione della Procura, durante la pizza il 60enne avrebbe lanciato l’amo, promettendo alla ragazzina che le avrebbe portato dei vestiti in regalo. Difatti, il giorno dopo, il 60enne ha suonato a casa della minore dicendole di scendere. «Io stavo dormendo – ha proseguito il papà –. Mi ha svegliato mia moglie: la sorella era preoccupata perché nostra figlia era fuori da venti minuti e non tornava». Il genitore si è messo a cercare la figlia e, sapendo che il titolare della pizzeria conosceva quell’uomo, gli ha chiesto chi fosse e dove poteva trovarlo. «Mi è stata indicata una palazzina. Quando sono arrivato lì ho visto mia figlia uscire, seguita da quell’uomo: lei piangeva, era sconvolta, non riusciva a parlare. Ho chiesto spiegazioni all’adulto: “Dove sono i vestiti?”».

Il padre ha seguito la figlia, che è corsa in casa salendo al piano di sopra. «Mia moglie ha capito che qualcosa non andava e l’ha seguita». Nell’immediatezza la 12enne si è confidata con la mamma raccontando che, una volta in casa, con la scusa di provare i “regali” e facendole tanti complimenti, il 60enne l’avrebbe fatta spogliare, «baciata e toccata sotto l’ombelico» (sul bacio l’avvocato difensore Antonio Drogo si è opposto, opposizione respinta dalla presidente del collegio di giudici Cristina Beretti, «la domanda serve per capire il contesto») per poi fotografarla e trattenerla, anche quando la ragazzina ha cominciato ad agitarsi dicendo che voleva uscire. Capito ciò che era accaduto, il padre ha chiamato subito la polizia. «Mentre ero davanti a casa parlando con gli agenti è arrivato il 60enne: portava un sacco con i vestiti. È stato arrestato». A precisa domanda del pm, il padre ha detto di non sapere di che tipo di foto si trattasse. La figlia sapeva il nome del 60enne?

«No, ma l’ha riconosciuto».

Nel controesame l’avvocato Drogo ha posto un unico quesito: «Lei sa se quelle foto poi sono state pubblicate?». Una domanda retorica – la risposta è stata negativa –, poiché secondo la difesa quegli scatti non sono mai stati resi pubblici; secondo l’imputato, che nega le accuse, quegli scatti non morbosi avevano altre finalità. L’avvocato difensore si è opposto all’acquisizione d’ufficio di nuovi mezzi di prova presentati dal pm e all’acquisizione dell’incidente probatorio. Il collegio di giudici si è riservato e ha rinviato. l