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Il caso

Imprenditore a Reggio da anni ma all’anagrafe è un fantasma

Serena Arbizzi
Imprenditore a Reggio da anni ma all’anagrafe è un fantasma

Omar Abdrabou, titolare della Full Service srl

03 luglio 2024
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Reggio Emilia È arrivato in Italia dall’Egitto 21 anni fa e ha deciso di vivere a Reggio Emilia, dove ha aperto un’impresa, la Full Service srl, che si occupa di coperture e dà lavoro a una quarantina di persone.

Eppure, per l’anagrafe è un fantasma.

Il protagonista di questa storia singolare è Omar Abdrabou Mohamed Abdrabou, 43 anni il 20 luglio, sposato, con due figli nati entrambi a Reggio Emilia, un’attività imprenditoriale e due case in città.

Abdrabou nel 2021 ha presentato istanza per ottenere la cittadinanza italiana sulla base dei requisiti previsti dalla legge, ovvero la residenza in Italia da oltre 10 anni. Dopo aver presentato ricorso al Tar del Lazio, a fronte del silenzio del Ministero, l’imprenditore è riuscito a ottenere il decreto di conferimento della cittadinanza italiana. Nonostante questo provvedimento, il Comune di Reggio Emilia ha rigettato la richiesta di cittadinanza, affermando che per oltre un anno Abdrabou era risultato irreperibile. Il 43enne ha scoperto di essere stato cancellato all’anagrafe quando, nel 2023, ha subito un furto dalla sua auto. «Sono andato a fare denuncia dai carabinieri e mi hanno detto che risultavo irreperibile. Così, sbigottito, ho iniziato il mio lungo calvario per ottenere il mio diritto di essere cittadino italiano».

«Non è assolutamente vero che sono irreperibile, io sono sempre stato qui, in carne ed ossa», prosegue il 43enne, che ha presentato un’istanza di autotutela al Comune di Reggio Emilia per ottenere la revoca del provvedimento di cancellazione anagrafica.

«La polizia locale è venuta qui, in via Fleming, dove io abito – continua Abdrabou –. Io, per lavoro, sono fuori tutto il giorno, quindi, accanto al campanello avevo affisso un cartello molto chiaro con indicazioni su come contattarmi, ma non mi hanno mai chiamato».

Inoltre, la cancellazione anagrafica per irreperibilità sarebbe stata fondata principalmente sulle dichiarazioni di un vicino di casa, il quale avrebbe riferito che nella casa dove risiede Abdrabou non vivrebbe nessuno e, anzi, sarebbe stata acquistata da una persona di origine turca. Lo stesso vicino di casa, interpellato dall’imprenditore, ha chiarito di non essere mai stato contattato dalla polizia locale. «Il vicino mi ha detto di non avere mai riferito quelle parole agli agenti – specifica il 43enne –. E non capisco, a questo punto, perché il Comune ce l’abbia con me. Dall’istanza di autotutela non ho ancora ricevuto una risposta. Mi sento discriminato. Ho curato anche tanti appalti per immobili pubblici come la caserma di Modena della polizia locale, due stazioni ferroviarie, immobili di prestigio come la Scala di Milano. L’assenza della cittadinanza mi impedisce di lavorare all’estero. Ogni volta che ne ho necessità devo, infatti, procurarmi il visto e incanalarmi in un percorso pieno di burocrazia. Eppure, vivo in Italia, pago le tasse».

Tra i documenti che accompagnano l’istanza di autotutela, ci sono certificati di diverse visite mediche, il pagamento delle rette scolastiche dei figli, fatture di acquisto di mobili o ricevute di pagamento dei servizi di rifiuti urbani di Iren.

Dal Comune fanno sapere che l’istruttoria è incorso e la situazione è monitorata e conosciuta: «La vicenda riguarda un periodo risalente a diverso tempo fa in cui questa persona, durante un controllo abituale di messi comunali e polizia locale, risultava non essere nella residenza che lui aveva indicato. l

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