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L’addio a Erminio il calzolaio amico di Peppone e don Camillo

L’addio a Erminio il calzolaio amico di Peppone e don Camillo

Morto a 68 anni, creò il museo dedicato ai due

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Brescello Se Brescello è diventato meta, ogni anno, di migliaia di turisti, il merito è soprattutto della sua intuizione, che nel 1989 lo portò a ideare il museo “Peppone e Don Camillo”, custode di tantissimi cimeli dei film girati in paese a partire dagli anni Cinquanta. Ieri, il museo ha perso suo padre: Erminio Bertoli, storico calzolaio del paese, è morto a 68 anni all’Hospice di Guastalla, dove si trovava ricoverato da alcune settimane. Da tempo, l’uomo combatteva contro una malattia che lo aveva progressivamente debilitato nel fisico ma non nella mente, che lo aiutava a mantenere il suo carattere agguerrito.

Una vita avventurosa, la sua, che lo aveva anche portato in gioventù a trasferirsi per qualche anno in Olanda (dove aveva compiuto il suo ultimo viaggio, pochi mesi fa, per l’inaugurazione di una mostra legata al “mondo piccolo”) e a diventare uno dei volti più noti del paese. Certo, per la sua professione, in quanto la sua piccola bottega era meta quotidiana di tantissimi amici, e anche per il suo impegno nell’organizzazione di eventi: e fu proprio questa sua intraprendenza, nel 1989, a portarlo a fondare (insieme a Mauro Savio e ai compianti Fernando Paris e Maurizio Allegri) il museo, dopo aver girato mezza Italia per cercare di ritrovare “pezzi” originali dei film girati a Brescello. Amava ripetere che nessuno, a quel tempo, dava credito a quel progetto e invece il museo ha recentemente festeggiato i 35 anni di vita.

E’ anche a causa del museo che Bertoli, negli ultimi anni, si è trovato a passare diversi guai giudiziari, a causa delle scritte che più volte, in paese, ha lasciato sui muri in segno di protesta verso le istituzioni che a suo dire non “tutelavano” la sua creatura.

“Quella di Bertoli è stata una figura fondamentale per il turismo brescellese - affermano il sindaco Carlo Fiumicino e il presidente della fondazione “Paese di Don Camillo e Peppone”, Augusto Abbati – perché è alla sua tenacia e al suo carisma che si devono la rinascita dell’interesse verso Brescello e della sua cultura cinematografica. L’idea, nel lontano 1989, di creare un museo dedicato ai film con protagonisti Fernandel e Gino Cervi ha permesso al paese di farsi conoscere all’estero e di attirare qui non solo turismo, utile a contribuire alla crescita del territorio, ma anche mass media da ogni parte del mondo, che hanno veicolato ovunque il nome di Brescello. A nome nostro personale e delle istituzioni che rappresentiamo, rivolgiamo alla famiglia le più sentite condoglianze”.

Bertoli lascia la moglie Terry, i figli Jessica, Natascia e Andrea, i fratelli Amedea, Cesare ed Elisabetta, la madre Giannina, i cognati e i generi.

I funerali si terranno domani: la partenza del feretro dalle camere ardenti è prevista alle 14.30 con arrivo in piazza Matteotti, dove si formerà il corteo con la banda verso il museo. In sua memoria, offerte all'Hospice.l