Maltempo, a Reggio Emilia chiesto lo stato di emergenza
Ammonta a oltre 35 milioni la stima dei danni provocati dal maltempo a fine giugno. Zanni e i sindaci scrivono a Governo e Regione: «Servono risorse straordinarie»
Reggio Emilia Al momento ammonta a oltre 35 milioni la stima fatta dalla Provincia di Reggio dei danni provocati dagli eventi meteo avversi che hanno colpito il territorio dal 23 al 27 giugno scorsi. E ora la Provincia chiede lo stato di emergenza al Governo e alla Regione.
In quei giorni diversi paesi sono rimasti isolati; solo per pochi centimetri, poi, si è evitata l’esondazione del torrente nel suo tratto conclusivo, un fenomeno che avrebbe costretto a evacuare migliaia di persone a Rubiera, Arceto e Casalgrande.
Il territorio si sta faticosamente leccando le ferite e a Carpineti uno dei monumenti più noti dell’epoca matildica, il Castello delle Carpinete, è raggiungibile solo da un lato dopo il cedimento della strada che collega il capoluogo alla vallata del Secchia.
A Gatta, Pecorile e La Brugna molte case ancora devono essere sistemate.
Da qui la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza, che garantirebbe fondi e tempistiche agevolate, sottoscritta dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni e dai sindaci reggiani e inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla Protezione civile nazionale e regionale e alla Regione Emilia-Romagna.
«Confidiamo, così come avvenuto anche in altre occasioni, di poter contare sul vostro fondamentale contributo a partire - per quanto di vostra competenza - dal riconoscimento dello stato di emergenza che, con adeguate risorse, ci permetterebbe di dare risposte concrete e in tempi rapidi ai nostri territori e alle nostre comunità», è l’appello. Non solo. I primi cittadini e Zanni guardano anche avanti. Provincia e Comuni reggiani chiedono «la predisposizione di un Piano nazionale straordinario di ridisegno del territorio e delle sue criticità meteo correlate, a fronte di eventi estremi che osserviamo essere sempre più frequenti», dicendosi «pronti, come è sempre avvenuto, al massimo contributo in questo non più procrastinabile percorso».
Il richiamo è a uno degli ultimi interventi fatti da Stefano Bonaccini come presidente della Regione Emilia-Romagna prima del suo insediamento nell’Europarlamento. Bonaccini ha richiesto al Governo la deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per le «eccezionali avversità atmosferiche e i conseguenti danni «che hanno colpito tutto il territorio regionale, a esclusione delle province di Ravenna e Rimini, tra il 20 e il 29 giugno scorsi. Una richiesta dunque sostenuta anche dagli amministratori reggiani che ricordano come dal 23 al 27 giugno la nostra provincia di Reggio Emilia sia stata ancora una volta colpita da una nuova serie di eventi meteo estremi che hanno interessato la stragrande maggioranza dei territori della nostra provincia ed in particolare modo le zone collinari e appenniniche».
Si guarda avanti perché il bilancio, che già così è di decine di milioni di euro, è ben lontano dall’essere definitivo. Così come il pericolo di nuovi movimenti figli dell’ondata di maltempo. «La stima dei danni, come sempre in piena e fattiva collaborazione con l’Agenzia regionale di Protezione civile, è ancora in corso e non possiamo escludere che ulteriori movimenti franosi, in un territorio già particolarmente fragile come quello dei nostri Appennini, potrebbero attivarsi anche a distanza di tempo dalle intense precipitazioni, ma già in questo momento si stimano cifre superiori a diverse decine di milioni di euro», sottolineano Provincia e Comuni.
La sola Provincia di Reggio Emilia, per la rete stradale di propria competenza, «ha finora rendicontato 6 interventi - compresi ponti e viadotti - urgentemente necessari per eliminare il rischio residuo (tipo D) per 28.150.000 euro, 26 interventi urgenti (tipo B) di ripristino per consentire il transito già eseguiti o in corso per 350.000 euro e altri 34 interventi urgenti (tipo B) da eseguire per ulteriori 6.354.000 euro.
A questi vanno sommati gli ancor più ingenti danni riscontrati sulle viabilità comunali, dalle Bonifiche e dai privati, questi ultimi per altro ancora in attesa dei ristori legati all’emergenza di un anno fa che colpì in maniera ancora più drammatica la Romagna». Un carico inaffrontabile per i singoli enti locali.
«È del tutto evidente che i bilanci dei singoli Comuni nonché della stessa Provincia non possono far fronte a tutte queste emergenze e che eventi straordinari - purtroppo sempre più frequenti - necessitano di risorse straordinarie per garantire interventi celeri di ripristino e messa in sicurezza ai nostri territori e alle nostre comunità, la cui serenità è messa a dura prova anche dalla sempre maggiore frequenza e violenza di tali eventi atmosferici – concludono il presidente Zanni e i sindaci –. Nell’impegno costante che come amministratori comunali e provinciali abbiamo messo in campo e ancora stiamo mettendo in campo, in questi giorni, al fianco delle nostre comunità colpite, vi chiediamo dunque di supportare noi ed i nostri concittadini con adeguate risorse e sostegni straordinari».
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