Gazzetta di Reggio

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Correggio, resiste e minaccia i carabinieri: condannato a due anni di carcere

Ambra Prati
Correggio, resiste e minaccia i carabinieri: condannato a due anni di carcere

Rito abbreviato per l’evaso dai domiciliari trovato ubriaco a bar

09 luglio 2024
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Correggio È stato condannato per i reati di resistenza e minaccia aggravata a pubblico ufficiale in rito abbreviato a due anni (pena non sospesa, visto che è pluripregiudicato) Gaetano De Simone, 53 anni. La richiesta di condanna avanzata dal pm Dario Chiari è stata accolta in toto dal gip Luca Ramponi, mentre l’avvocato difensore Federico De Belvis ha sostenuto il minimo della pena per il reo confesso “scaricato” perfino dai familiari.

L’antefatto della vicenda risale alla sera del primo marzo scorso, quando i carabinieri di Correggio sono intervenuti in una palazzina del paese: un residente aveva segnalato una lite con un altro condomino. Arrivati sul posto, nell’appartamento al terzo piano, i carabinieri hanno trovato il 53enne, noto ai militari per i suoi trascorsi, che minacciava di morte i vicini i quali nel frattempo l’avevano circondato con il chiaro intento di aggredirlo. Per evitare che la situazione sfuggisse di mano i carabinieri hanno portato fuori l’esagitato, che continuava a minacciare di morte i vicini; questi ultimi hanno riferito che aveva una pistola.

All’esterno il 53enne è andato in escandescenza offendendo i militari e cercando e cercando di colpire a calci e pugni: è stato necessario utilizzare lo spray al peperoncino in dotazione per ammanettare il 53enne, che nascondeva nella cintola dei pantaloni una pistola rivelatasi “a salve” ma senza il tappo rosso. Una volta portato in caserma, dopo le visite mediche per lo spray, il 53enne veniva posto ai domiciliari a casa di alcuni familiari.

Non era finita. Il primo luglio alle ore 20 l’uomo è evaso e, completamente ubriaco, si è recato in un bar dove ha incontrato il vicino di casa, minacciandolo nuovamente di morte; ha desistito solo dopo l’intervento di altri familiari, che si trovavano sul posto e che sono riusciti ad allontanarlo. Proprio i familiari conviventi hanno raccontato ai carabinieri intervenuti di nuovo con il 53enne, irascibile e dipendente dalla bottiglia, fosse ingestibile e che non avevano più intenzione di dargli ospitalità. Perciò il Tribunale di Sorveglianza aveva disposto un aggravio della misura e il ritorno in carcere.