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L’addio all’ex granata

Lutto a Reggio Emilia: «Stefano, non lo meritavi»

Lutto a Reggio Emilia: «Stefano, non lo meritavi»

Gli amici della Reggiana piangono Guerra, morto per la puntura di un’ape. Giovedì 11 luglio alle ore 11 i funerali nella chiesa di Sant’Anselmo, al Buco del Signore

10 luglio 2024
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i Wainer Magnani

Reggio Emilia Alle 11 questa mattina alle 11 nella chiesa Sant’Anselmo, al Buco del Signore si svolgeranno i funerali di Stefano Guerra, ex giocatore della Reggiana morto a 62 anni a causa di una reazione allergica alla puntura di un’ape.

Alle esequie ci saranno tanti ex compagni di squadra che lo hanno conosciuto e apprezzato dentro e fuori il rettangolo di gioco.

«Abbiamo perso un fratello – sottolinea Andrea Silenzi - Stefano era una persona speciale per tutti noi».

L’ex presidente granata Ermete Fiaccadori sottolinea un tratto calcistico speciale di Guerra: «Ne parlavo proprio con Renzo Corni: Stefano è stato un giocatore fondamentale nello spogliatoio per creare quei presupposti di compattezza e armonia che sono state le carte vincenti di Pippo Marchioro. A fronte delle tante disavventure ha sempre tenuto un comportamento esemplare. Mi dispiace molto».

«L’ultimo nostro incontro è stato per festeggiare dopo 35 anni la promozione della Reggiana - racconta Mauro Rabitti - si è operato con la sua solita generosità per la riuscita, ospitando a casa sua alcuni dei nostri compagni. È terribile quello che è successo. Sono lontano da casa ma questa mattina andrò al santuario a Courmayeur per sentirmi vicino a lui».

«Era un’amante della vita – rimarca Roberto Bosco – sempre sereno e impegnato nel trovare l’armonia tra le persone. Era una persona per bene, di grande purezza, umiltà e cordialità. Si era anche impegnato a favore degli anziani perché voleva essere al servizio degli altri».

«Ci eravamo sentiti per organizzare la festa granata – ricorda Michele Zanutta – ma non potevo esserci perché avevo problemi con mia madre che poi è mancata, ma la sera stessa mi ha fatto una video chiamata ed è stato bello. Era una persona eccezionale e riusciva a tenere unito il gruppo. Amava molto Reggio».

Stefano Daniel racconta un episodio calcistico: «All’inizio della mia esperienza alla Reggiana mi ha accolto come un fratello minore. Vivevamo a Villa Granata e da lui ho imparato a vivere. Chiunque ha di Stefano un ricordo indelebile. Non l’ho mai visto arrabbiato, mai. Aveva una predisposizione positiva. Spero che se c’è qualcosa al di là della nostra vita gli renda giustizia perché lo merita».

«Si rischia di cadere nella retorica ma è la realtà descrivere Stefano come una persona sensibile, altruista e al servizio del prossimo - sottolinea Andrea Tedeschi - chi l’ha conosciuto manterrà intatto il suo ricordo. Sono addolorato anche per la sua famiglia perché perde una riferimento importante».

«Stefano sei stato un ragazzo eccezionale e un amico sincero – ricorda Beppe Accardi – avevi dei valori importanti e uno di questi era l’essere sempre disponibile ad aiutare il prossimo. Dicono che ognuno di noi abbia il destino scritto da quando nasce, ma tu come anche Dominissini siete stati strappati troppo presto alla vita. Ci mancherai tanto, ci mancherà la tua simpatia, la tua giovialità, ci mancherà tutto di te. Riposa in Pace assieme al legionario e raccontatevi tutte le cose belle vissute assieme alla Regia, vola in cielo tra gli angeli amico mio».

«Ti voglio ricordare così – rimarca Stefano Paraluppi com’eri tu, sempre sorridente e disponibile».

«Ora la forza e l’energia positiva che ti ha sempre reso speciale – scrive Maurizio Neri – trasmettila a noi, ne abbiamo bisogno per cercare di trovare una spiegazione».

Saverio Albi sfoglia l’album dei ricordi: «Quando penso a Stefano mi torna alla mente l’anno del militare alla caserma Casini a Bologna. Ci siamo conosciuti in quel frangente. Non abbiamo mai giocato assieme ma poi l’amicizia è sbocciata nelle nostre frequentazioni reggiane. Come si usa dire a Reggio: Stefano era una brava persona. Ci univa anche il padel e proprio mercoledì scorso ci eravamo ripromessi di andare a Bellaria a trovare Neri per una sfida e una bella mangiata di pesce».

Giovanni Ceccarini racconta «di quando andavano al mercoledì a fare le mangiate di pesce alla faccia dell’omone che ci teneva a stecchetto e i salamini appesi nell’armadio nel ritiro a Pontremoli da mangiare dopo le dieci, con corsa successiva nel bosco, per smaltire il peso. Sono stati gli anni più belli, felici e spensierati della mia vita».

Dario Morello è uno dei più provati: «In questo momento non ci sono parole per descrivere il dolore che sto vivendo per la tua scomparsa. Eri un fratello, sempre presente, sempre allegro, disponibile con tutti. Vorrei fosse tutto un sogno ma purtroppo non e così. Non riesco ad accettare quello che ti e successo. Mi mancherai infinitamente».

«Di Stefano mi rimarranno il suo sorriso la sua allegria contagiosa, la sua positività – ricorda Stefano De Agostini – anche nei momenti peggiori riuscivi a sdrammatizzare con una forza non comune. In poche parole un gigante».

Walter De Vecchi fatica trova le parole: «Solo venti giorni fa eravamo assieme per una festa. Non si meritava tutto questo. Se ne va una grande persona».

«Non ho giocato nella sua Reggiana – sottolinea Paolo Sacchetti – mi è bastato incontrarlo nella squadra delle “vecchie glorie” per conoscerlo a fondo: una persona splendida».l