Gazzetta di Reggio

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I problemi della sanità

La Fials Reggio Emilia alza la voce sui parcheggi «Inaccettabile pagare all’ospedale»

Nicolò Valli
La Fials Reggio Emilia alza la voce sui parcheggi «Inaccettabile pagare all’ospedale»

Il sindacato chiede al Comune risposte: «Massari dovrebbe capirci»

11 luglio 2024
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Reggio Emilia «È inaccettabile dover pagare il parcheggio all’ospedale, e questo vale sia per i dipendenti che per gli stessi cittadini».

Lo rimarca con forza la Fials (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità), sindacato autonomo che si occupa unicamente dei temi legati alla sanità pubblica. Dopo essere ripartiti da zero lo scorso anno, ad oggi la Fials conta un centinaio di associati tra Reggio e provincia.

Il loro manifesto programmatico verte su quattro punti principali, tra cui il tema parcheggi che ad oggi sono a pagamento sia dal lato dell’ingresso principale del Santa Maria Nuova che da quello laterale del Core: «Abbiamo intenzione di avviare una raccolta firme e portarla direttamente nell’ufficio del sindaco Marco Massari – afferma Giuseppina Parente, segretario provinciale Fials nonché infermiera nel reparto di Rianimazione –. Avendo lavorato tantissimi anni all’ospedale Santa Maria Nuova, dovrebbe capire le nostre esigenze. A Reggio, tra l’altro, sono anche diminuiti i posti a causa dei lavori per la realizzazione del Mire. Speriamo che qualcosa possa smuoversi, perché è una cosa assurda avere così tante linee blu in un luogo simile».

Tra le altre proteste del sindacato, la carenza di personale che si tramuta in carichi di lavoro sempre più importanti per coloro che rimangono: «Così però si incentiva i professionisti a migrare verso le strutture private, che pagano maggiormente e si gestiscono meglio – prosegue Parente –. Stiamo provando a far ragionare l’Ausl ma sembrano non sentirci più di tanto. Gli stipendi sono inflazionati e i rinnovi contrattuali fanno pietà».

Le richieste della Fials non si fermano e guardano già al futuro: «C’è la nostra volontà di chiedere la realizzazione di un asilo aziendale una volta che sarà sorto il Mire – prosegue il segretario–. Abbiamo già stipulato un accordo con Reggio Children che per Reggio è un fiore all’occhiello. L’asilo servirebbe anche per conciliare meglio il rapporto tra vita privata e lavoro per i nostri professionisti. Troppo spesso, infatti, assistiamo allo scambio al volo dei bambini tra mamme e papà nei parcheggi, e questo non agevola nessuno».

C’è poi una quarta richiesta che il sindacato fa all’azienda sanitaria locale, quella dei buoni pasto da riconvertire: «Ad oggi noi lavoratori disponiamo di un buono pasto pari a sette euro. Un euro ci viene detratto dalla busta paga, mentre sei sono a carico dell’Ausl. Noi chiediamo invece di riconvertire i buoni pasto non utilizzati in altri servizi, magari attraverso la stipula di una convenzione con una grande catena commerciale. Anche questo vuol dire welfare aziendale».

Le richieste, dice Parente, sono incentrate su Reggio ma valgono anche per tutti gli altri presidi della provincia: Correggio, Scandiano, Montecchio, Guastalla e Castelnovo Monti.

Le trattative con l’Ausl, comunque, sono in corso, e anche ieri c’è stata una riunione per discutere di queste tematiche ritenute imprescindibili per continuare a far reggere il sistema.