Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia

Nei beni confiscati alla mafia gli alloggi per le forze dell’ordine

Serena Arbizzi
Nei beni confiscati alla mafia gli alloggi per le forze dell’ordine

Conferenza dei servizi in Prefettura per 62 immobili da assegnare ai Comuni «Gli spazi avranno un uso sociale e ospiteranno anche famiglie in difficoltà»

3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Nei beni confiscati verranno creati alloggi per le forze dell’ordine e, più in generale, avranno un utilizzo sociale: anche a vantaggio delle famiglie in difficoltà. Quando i Comuni acquisiscono questi beni è un grande segnale per la comunità».

È entusiasta la prefetta Maria Rita Cocciufa per il nuovo tassello fissato dopo un percorso complesso come quello che va dalla confisca di un bene alla criminalità organizzata, fino alla successiva assegnazione a enti pubblici perché questi immobili riprendano nuova vita con una destinazione sociale.

Ieri mattina, 62 beni (30 a Reggio Emilia e provincia, 32 a Parma) sono stati al centro di una Conferenza dei servizi in Prefettura: vi hanno preso parte, oltre naturalmente alla prefetta Cocciufa, il suo collega di Parma Antonio Garufi, il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati Bruno Corda, la sottosegretaria del ministero dell’interno, Wanda Ferro, il procuratore capo Gaetano Calogero Paci, la presidente del Tribunale, Cristina Beretti, la pm antimafia Beatrice Ronchi, il presidente della Provincia Giorgio Zanni, i vertici delle forze dell’ordine e degli enti locali. Gli immobili sono appartamenti, garage capannoni, terreni a Reggio Emilia (5), Bibbiano (1), Brescello (17), Cadelbosco Sopra (2), Montecchio (2), Vezzano (2) e Sorbolo Mezzani, a Parma (13 appartamenti e pertinenze tutti in via Montefiorino).

Si tratta di beni del valore di milioni di euro, che rientrano nel maxi processo Aemilia e nelle procedure connesse: appartenevano a tre famiglie, i Grande Aracri, i Sarcone e i Blasco. dopo nove anni è giunto a conclusione l’iter giudiziario. Saranno quindi assegnati, in larga parte ai Comuni, ma anche all’Agenzia del Demanio (interessata per le sedi delle forze dell’ordine), nelle prossime settimane e torneranno così alla collettività. Tale volontà andrà formalizzata, a breve, tramite una delibera di giunta alla richiesta di manifestazioni di interesse sul sito dell’Agenzia nazionale, l’Anbsc, che si riunirà poi fine luglio per deliberare l’assegnazione definitiva degli immobili.

«È un risultato molto importante che include altri step – aggiunge la prefetta Cocciufa –. La nostra provincia è fortemente interessata da questo fenomeno e il direttore dell’Agenzia ha tenuto giustamente a rimarcare la difficoltà di questo traguardo. Non pensiamo, poi, che con il sequestro e la confisca sia tutto risolto: spesso ci sono debiti da saldare, o appartamenti occupati da famigliari dei mafiosi. Arrivare quindi al punto in cui si stabilisce la destinazione del bene è un segnale davvero importante. Potranno diventare alloggi per le forze dell’ordine, per ufficiali che ne hanno diritto e spesso non riescono a sistemarsi perché non vi è disponibilità. Ciò consentirà, quindi, una maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio. Alcuni beni vanno sistemati: è chiaro che dobbiamo aiutare i Comuni perché possano investire su questi immobili. Come sempre è un lavoro di squadra».