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Sei di Reggio Emilia se…Dai cappelletti a Ferragosto alle partite al Giglio, un elenco (quasi) definitivo

Roberto Tegoni*
Sei di Reggio Emilia se…Dai cappelletti a Ferragosto alle partite al Giglio, un elenco (quasi) definitivo

L’essenza della Reggianità secondo il radiocronista della Reggiana Roberto Tegoni

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Reggio Emilia Un giorno, una settimana, un anno, una vita da reggiano. Tra luoghi comuni, frasi fatte e stereotipi non tanto lontani dalla realtà. Sei di Reggio Emilia se fai colazione al bar con l’erbazzone o una chizza. In alternativa al bar, sei di Reggio Emilia se fai colazione a casa con il gnocco fritto della sera prima inzuppato nel caffellatte. Che si sa, il gnocco fritto del giorno dopo è sempre più buono. Sei di Reggio Emilia se dici “vacca boia” quando ti accorgi che il gnocco l’hai mangiato tutto col salume la sera prima, allora vai al forno a prenderti una sberla di gnocco normale e imprechi se il fornaio, nel cesellare il “quadrello” ti toglie per sbaglio i “grassini” dalla superficie, perché sei di Reggio Emilia se il maiale lo santifichi in ogni sua forma. E sei di Reggio Emilia se hai letto “il gnocco” senza obiettare sull’articolo determinativo. 

Sei di Reggio Emilia se ti prepari un piatto di cappelletti quando la temperatura esterna varia tra gli 0 e i 40 gradi. Cappelletti rigorosamente in brodo. Sei di Reggio Emilia se prendi il “tram” per andare a fare una “vasca” in via Emilia al sabato pomeriggio. Sei di Reggio Emilia anche se preferisci la macchina, e allora conti i “maroun” che escono dalla tua bocca di due in due mentre non trovi parcheggio, o a ogni buca o a ogni rotonda, che dovrebbe smaltire il traffico, ma il traffico, lo sai perché sei di Reggio Emilia, è sempre il problema maggiore da 40 campagne elettorali a questa parte. Sei di Reggio Emilia se da piccolo sei salito sui leoni di piazza San Prospero.

Sei di Reggio Emilia se, finita la settimana, la domenica prendi le paste, che poi sono sempre per trequarti i cannellini alla crema. E dopo i cannellini? Sei di Reggio Emilia se il fine settimana vai al “Giglio” e non al “Mapei”, fiero dei tuoi spigoli a tifare la Regia. Perché sei di Reggio Emilia se sai che Sassuolo non è altro che una località industriale posta appena al di là dei “sacri” confini. A proposito di confini: sei di Reggio Emilia se di là dall’Enza è tutto oggettivamente più brutto. Sei di Reggio Emilia se alla parola Parma abbini immediatamente quella altra parola lì...Ci siamo capiti, no? Sei di Reggio Emilia se minacci querela a chiunque non aggiunga “Reggiano” per indicare il re dei formaggi. Sei di Reggio Emilia se fai una corsa alle “caprette” o carichi tuo figlio sugli asini di San Maurizio. Sei di Reggio Emilia se a settembre fai un giro tra le bancarelle della “Giareda” e a novembre per San Prospero mangi le caldarroste col vin brulè, in mezzo alle stesse bancarelle che ci sono alla “Giareda”. Sei di Reggio Emilia se a Natale non mancano mai i “pès putanèin” e il cotechino in tavola. Sei di Reggio Emilia se preferisci il lambrusco a qualsiasi altro vino.

*giornalista e radiocronista della Reggiana