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Aveva 97 anni

Reggio Emilia piange la scomparsa di Giglio Mazzi, il “partigiano Alì”

Serena Arbizzi
Reggio Emilia piange la scomparsa di Giglio Mazzi, il “partigiano Alì”

Protagonista della Resistenza, vide l’arrivo degli Alleati in via Emilia Ospizio: è stato un instancabile testimone per le nuove generazioni

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Reggio Emilia Reggio Emilia piange la scomparsa del “partigiano Alì”, Giglio Mazzi, 97 anni, protagonista della Resistenza, testimone prezioso di quel periodo storico, amatissimo anche dalle nuove generazioni con le quali è sempre stato profondamente attento a instaurare un dialogo.

Giglio Mazzi, Alì, era l’ultimo partigiano rimasto del distaccamento Katiuscia, una delle formazioni Gap (Gruppi di Azione Patriottica) dell’Emilia Romagna occupata dai tedeschi tra il settembre 1943 e il 25 aprile 1945. Giglio si era laureato in economia e ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità nel tessuto reggiano: fino all’ultimo aveva impartito consigli in qualità di consulente finanziario. «Ci rifugiavamo spesso a casa dei contadini che, per nascondermi, mi mettevano nella greppia delle mucche, tutto ricoperto di fieno: per fortuna che non hanno rovistato dentro. Ci abbracciavamo, stretti, mentre dormivamo, per scaldarci: uniti più dei fratelli», aveva raccontato alla Gazzetta, in un’intervista lo scorso febbraio, quando dal soggiorno di casa, accanto all’amore di una vita, la signora Dea, con la quale ha condiviso 65 anni di matrimonio e nove di fidanzamento, aveva fatto un salto all’indietro nella storia, descrivendo come se fosse ieri gli anni cruciali del nostro Paese.

Giglio nacque a Campogalliano il 18 febbraio 1927.  «La sinistra deve portare avanti gli stessi valori con cui era identificata dopo la Liberazione: ricostruzione, amicizia, solidarietà. Qui deve vincere e, anzi, vincerà. Se non vince qui, nella terra dei partigiani, dove può succedere?», aveva detto, una manciata di mesi prima delle elezioni, con una lucidità invidiabile e una passione per l’impegno civile rimasta intatta nei decenni.

Giglio aveva il cuore palpitante quando ricordava i tempi della Liberazione e della Resistenza, quando, adolescente, quel 24 aprile, entrò in città da Ospizio. Fino alla fine il “partigiano Alì” si è speso per divulgare il più possibile l’inestimabile testimonianza di chi ha consegnato alle generazioni future le chiavi della libertà.