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Minaccia il vicino con un fucile. Scoppia il caso: è consigliere della Municipalità di Ligonchio

Adriano Arati
Minaccia il vicino con un fucile. Scoppia il caso: è consigliere della Municipalità di Ligonchio

L’opposizione: «Il sindaco chiarisca». Il primo cittadino: «Fatto grave, si deve dimettere»

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Ventasso Fa discutere animatamente la politica locale la vicenda avvenuta il 7 luglio scorso a Ligonchio, quando un 72enne del paese ha minacciato il vicino puntandogli contro un fucile. Fa discutere perchè si tratta di Pietro Tini, componente della municipalità di Ligonchio del Comune di Ventasso, presidente degli Usi Civici locali e componente del Consiglio Alta Val Secchia. L’uomo ha discusso con un abitante delle case vicine per il rumore provocato da quest’ultimo nell’innaffiare il giardino. I toni si sono accesi e il 72enne si poi è affacciato dal proprio balcone puntando un fucile verso il vicino. Quest’ultimo, spaventato, ha chiamato il 112 e a Ligonchio è arrivata una pattuglia dei carabinieri della stazione di Collagna. I militari hanno identificato i due e nella casa del 72enne hanno trovato diverse armi da fuoco e da taglio, diverse delle quali non registrate come da legge e risultate rubate. A concludere il tutto, una denuncia per minaccia aggravata, detenzione e porto abusivo di armi. Questa è la cronaca.

Opposizione all’attacco

Da qui partono i tre consiglieri comunali del gruppo di opposizione Vivere Ventasso Paolo Bargiacchi, Luca Cecchi e Emiliano. I tre ribadiscono le voci secondo cui il 72enne sarebbe «un rappresentante della maggioranza che governa il Comune (componente del consiglio di municipalità per la lista voluta e collegata alla maggioranza del Comune e presidente dell'Uso Civico locale e nel Consiglio Alta Val Secchia)». Spingendosi a citare lo sparo a Capodanno, con il deputato di FdI indagato. «I componenti della maggioranza romana “sparano” in inverno ai commensali alle feste di capodanno, mentre i suoi emuli ventassini “minacciano” con armi rubate e non denunciate forse in preda alla calura del solleone estivo, ma per entrambi vige il principio che il popolo va “rappresentato, difeso e forse servito” con l’uso disinvolto delle armi o mostrando minacciosamente le stesse, ancorché rubate e/o illecitamente possedute». I tre consiglieri chiedono un chiarimento al sindaco Enrico Ferretti.

Il sindaco

La replica del primo cittadino non tarda: «Condanno il gesto, che trovo gravissimo e che non ha scusanti. Lo condanno io come lo condanna tutta la mia maggioranza. Aggiungo che la persona in questione non fa parte della nostra maggioranza, è componente di un ente di secondo livello con funzioni propositive e non decisionali, la Municipalità. E aggiungo anche che mi colpisce molto il livello a cui si vuole abbassare il dibattito politico». «È vero che questa persona ha incarichi in alcune realtà, e credo opportune che rassegni le dimissioni. Abbiamo già fatto presente questo nostro parere, attendiamo che questa persona faccia le sue valutazioni, presume assieme ai suoi legali, sulla vicenda. Poi, se le sue dimissioni non arriveranno, torneremo a ribadire quanto per l’amministrazione comunale siano invece un atto opportune», continua. «Non entro nei dettagli nella vicenda, ci sono indagini e tocca ad altri valutare tutti gli aspetti. Condanno il gesto, che trovo gravissimo così come lo trova gravissimo la mia maggioranza. E ripeto, sono anche colpito da come si voglia però strumentalizzare un fatto come questo per questioni politiche».l © RIPRODUZIONE RISERVATA