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‘Ndrangheta a Brescello

Processo Grimilde: aumenta la pena per Francesco Grande Aracri

Serena Arbizzi
Processo Grimilde: aumenta la pena per Francesco Grande Aracri

Confermate anche in Appello le tesi dell’accusa

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Reggio Emilia Conferma l’impianto accusatorio della sentenza di primo grado e dà ulteriore prova di come la ’ndrangheta si sia infiltrata a Brescello.

Nella prima serata di ieri è arrivata la sentenza pronunciata dalla quarta sezione penale della Corte d’Appello di Bologna nell’ambito del processo Grimilde.

Diverse le pene modificate e i risarcimenti a favore delle parti civili che sono stati estesi.

Nei confronti di Francesco Grande Aracri, è stata rideterminata la pena in 24 anni di reclusione. In primo grado l’imputato era stato condannato a 19 anni e sei mesi.

Paolo Grande Aracri, figlio di Francesco, che il tribunale ordinario aveva condannato a una pena di 12 anni e due mesi ha visto una rideterminazione in nove anni di reclusione.

Anche Gregorio Barbero ha visto riformulata la sua pena in due anni e sei mesi (in primo grado due anni e quattro mesi).

A carico di  Nunzio Giordano è stato accolto l’appello del pubblico ministero, e sono state riconosciute le attenuanti generiche. È stato pertanto condannato a un anno e 10 mesi di reclusione. In precedenza era stato assolto.

Nei confronti di Francesco Paolo Passafaro è stato dichiarato il non doversi procedere in ordine a un reato, estinto per la prescrizione. La pena a suo carico è stata ricalcolata in un anno e due mesi e 300 euro di multa.

Anche per Giuseppe Passafaro è stato dichiarato il non doversi procedere per un reato a causa della prescrizione e la pena è stata rideterminata in un anno e due mesi, oltre a 300 euro di multa.

Nei confronti di Salvatore Caschetto è stata disposta una condanna di otto mesi di reclusione. In primo grado era stato assolto. Diversi i risarcimenti che gli imputati dovranno pagare alle parti civili, tra cui il Comune di Brescello e di Cadelbosco, assistiti dall’avvocato Salvatore Tesoriero. Questi si sommano alle cifre già stabilite in primo grado.

Tra le parti civili che dovranno essere risarcite ci sono la Regione, Avviso Pubblico - Enti locali e Regini per la formazione civile contro le mafie, Libera, il Comune di Piacenza, il Comune di Reggio Emilia, la Uil Regione Emilia Romagna e Bologna, la Cisl Regione Emilia Romagna, la Cgil reggiana, la presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero delle infrastruttura e trasporti e l’agenzia per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Nel resto quanto deciso in primo grado è stato confermato, così come confermato quanto dichiarò la pm della Direzione distrettuale antimafia Beatrice Ronchi che indicò come Francesco Grande Aracri abbia «modellato la ’ndrangheta su questo territorio in forme che potessero proliferare e ha deciso che le dimostrazioni più brutali dovessero essere messe da parte».  

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