Gazzetta di Reggio

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Il lutto

Addio alla partigiana Giacomina Castagnetti, una vita per i diritti e la libertà

Adriano Arati
Addio alla partigiana Giacomina Castagnetti, una vita per i diritti e la libertà

Aveva 98 anni, fu protagonista della Resistenza e poi del Dopoguerra

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Castelnovo Monti La Giacomina saluta e si congeda. Non c’era ormai bisogno di aggiungere il cognome, a Reggio Emilia e provincia, per parlare di Giacomina Castagnetti, partigiana, politica, sindacalista, attivista per i diritti delle donne, testimone conosciuta da decine di migliaia di studenti. Lei era la Giacomina, e tanto bastava. Se ne è andata nemmeno una settimana dopo l’amico di sempre Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, a cui era legata dai giorni della guerra, lui giovanissimo gappista, lei impegnata nella casa di latitanza a Castellazzo.

Fu proprio Giacomina, assieme a un amico, a soccorrerlo dopo l’agguato fascista in cui Mazzi venne ferito. È morta nel pomeriggio di domenica a 98 anni di età, nella sua adorata casa di Castelnovo Monti, il paese dove era giunta negli anni ’50 e dove aveva messo radici. Quell’abitazione sempre aperta, un porto di mare per davvero, in cui passavano amici, classi, amministratori, delegazioni straniere, sempre accolti con sorrisi e con racconti delle mille vicende passate, resistenziali e non solo. Era una delle testimone più longeve e lucide d’Italia, e nel corso degli anni era stata protagonista di tanti approfondimenti, programmi televisivi su reti nazionali, interviste e libri. L’ultimo, presentato il 1° maggio 2022 davanti a quattrocento persone, ricordava la sua lunga esistenza. Nell’ottobre, alla jam di writer organizzata alle Officine Reggiane a cui collaborò anche Gazzetta, era stata l’ospite d’onore, memoria vivente delle lotte passate in quelle mura.

Giacomina era nata l’11 novembre 1925 a Roncolo di Quattro Castella, in una numerosa famiglia contadina e antifascista. Le difficoltà l’hanno accolta sin dal principio: il nome arriva dal papà Giacomo, morto in un incidente pochi mesi prima dell’arrivo della bimba. Cresciuta dalla mamma e dai tanti fratelli, alcuni dei quali perseguitati dal regime e poi morti in guerra, ha sempre raccontato la rabbia per non aver ricevuto l’uovo di Pasqua a scuola in quanto non vestita con l’abito nero fascista. Alla fine degli anni ’30 i Castagnetti si trasferiscono in un casolare a Castellazzo, al confine tra Reggio e San Martino in Rio. Lì diventano un cardine delle prime fasi del soccorso rosso e, dopo l’armistizio, la loro abitazione diventa una casa di latitanza in cui passano partigiani, prigionieri, disertori. Giacomina deve vivere una doppia vita e, muovendosi sulla sua bici, porta in giro messaggi, armi, cibo. E nei primi giorni del 1945, va a soccorrere Mazzi e l’altro partigiano Otello Montanari, futuro senatore. Da sempre impegnata nei Gruppi di difesa della Donna, nel dopoguerra è una delle prime consigliere comunali donne, eletta per il Partito Comunista a San Martino, e una colonna dell’Udi, Unione Donne Italiane. Nel 1948, dopo uno sciopero per i diritti delle lavoratrici a Rubiera, viene arrestata e incarcerata. Negli anni ’50, la Cgil la manda in Appennino, dove lavora con enorme impegno in ambito sindacale. A Castelnovo Monti conosce il marito, l’avvocato Onelio Coli, con cui ha il figlio Paolo. Nell’aprile 2021, con Mazzi, è la protagonista della diretta del 25 aprile nei giorni del lockdown per il Covid. I funerali si terranno martedì 23 alle 9 nella chiesa della Pieve a Castelnovo Monti. Lunedì 22 luglio la salma sarà esposta nell’abitazione di via Dante.l