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In ritardo i farmaci agli ospedali «Terapie e cure sono a rischio»

In ritardo i farmaci agli ospedali «Terapie e cure sono a rischio»

Il sistema informatico che gestisce le scorte dei medicinali non funziona da mesi. I direttori delle Aziende sanitarie scrivono alla Regione: «Liste d’attesa più lunghe»

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Reggio Emilia Immaginate di dover gestire la fornitura di farmaci e dei medicinali per gli ospedali di mezza regione. Attenzione, non i medicinali ordinari, ma quelli per le terapie. Una bella impresa, verrebbe da dire. Però, per la fortuna dei lavoratori del settore amministrativo e dei servizi farmaceutici delle Azienda sanitarie, ma anche per la fortuna di tutti i cittadini, al giorno d’oggi, l’informatica ha fatto passi da gigante. E, quindi, grazie a un software ad hoc, con “pochi click” si riesce a gestire un magazzino che vanta oltre 7mila tipologie di medicinali diversi per un valore complessivo di 55 milioni di euro mensili. Parliamo del Magazzino farmaceutico di Reggio, che fornisce i farmaci agli ospedali dell’area nord dell’Emilia, quindi le Ausl di Modena, Reggio, Parma e Piacenza.

Il problema? Da mesi, questo sistema informatico non funziona al meglio «mettendo le Aziende sanitarie in una condizione di elevato rischio nell’erogazione di prestazioni a favore dei cittadini, sia con riferimento alle tempistiche, che alla qualità del servizio offerto». E i potenziali rischi sono tanto evidenti quanto preoccupanti: «Se vengono a meno le consegne di prodotti fondamentali per il regolare svolgimento delle attività sanitarie, sia per interventi chirurgici che per attività in reparti ospedalieri o ambulatoriali, si rischia di aggravare una situazione già difficile nel campo delle liste d’attesa». Quindi farmaci che non arrivano, ritardi nella loro erogazione e unità operative dentro agli ospedali sotto pressione.

A parlare, o meglio, a scrivere, è il dottor Massimo Fabi, coordinatore dei direttori generali del servizio sanitario e ospedaliero sul territorio denominato “Area vasta nord”, che comprende, appunto, le province di Modena e Reggio, ma anche Piacenza e Parma. Fabi, infatti, ha inviato una lettera al veleno alla Regione, l’ente che gestisce i budget per la sanità e da cui, almeno economicamente, le aziende sanitarie dipendono.

Ma andiamo con ordine. Il software che sta creando tutti questi problemi si chiama “Gaac”: è relativamente nuovo ed è stato introdotto dalla Regione con l’obiettivo di adottare un unico strumento gestionale informatico per tutto il territorio. Prima, infatti, al magazzino centrale di Reggio arrivavano le richieste delle singole aziende sanitarie (Ausl) e ospedaliero-universitarie (Aou). Dopo un periodo di prova iniziale, il 28 maggio, a quattro mesi dall’entrata in servizio del sistema informatico, le Aziende sanitarie segnalano «disfunzioni connesse al malfunzionamento di Gaac che comportavano ritardi nella fornitura dei medicinali fino a 24/48 ore, nonché un disallineamento delle scorte di magazzino».

Problemi non da poco, tanto che le segnalazioni ai referenti del fornitore del software da parte delle Ausl e delle Aou «erano quasi quotidiane senza, però, ricevere riscontri o risoluzioni», come si legge nel verbale dell’incontro del 6 giugno a cui hanno partecipato proprio i direttori amministrativi degli ospedali in questione. Nello specifico, avevano manifestato tutto il loro «disappunto per la situazione venutasi a creare, evidenziando che le problematiche con il sistema informatico riguardano anche le prestazioni dello stesso in ambito puramente contabile e nei magazzini delle loro Aziende sanitarie.

La gestione delle scorte nelle Aziende non è allineata alla situazione reale e questo comporta rischi molto elevati per possibili carenze, con implicazioni potenzialmente molto gravi».

«La situazione di precarietà informatica nella gestione di un magazzino farmaceutico di queste dimensioni – hanno evidenziato ancora i direttori degli ospedali – non può essere ovviata con una gestione manuale delle operazioni. A volte, le soluzioni estemporanee di alcune problematiche comportano il sorgere di altre disfunzioni e, dato lo scarso supporto avuto dal fornitore, la situazione non sembra migliorabile nel breve o medio periodo, senza un intervento radicale di analisi della strutturazione del sistema».

Le aziende sanitarie chiedono, quindi, gran voce una soluzione tempestiva: senza questa, infatti, «non potranno essere raggiunti gli obiettivi programmati – si legge ancora nel verbale inviato alla Regione – ma soprattutto, nel perdurare della situazione di criticità, si teme l’impatto negativo e diretto dei disservizi sull’erogazione delle prestazioni a favore dei cittadini. Ci si riserva, quindi, di valutare scenari alternativi, in quanto non è possibile restare fermi di fronte alla gravità della situazione». Alla luce di ciò, la richiesta è di attivare una «task force in modo da ricevere aggiornamenti costanti» .