Gazzetta di Reggio

Reggio

Il caldo continua a non dare tregua: oltre 500 accessi in due giorni al pronto soccorso

Ambra Prati
Il caldo continua a non dare tregua: oltre 500 accessi in due giorni al pronto soccorso

In provincia sono stati 520 in due giorni contro i 489 dell’intera scorsa settimana Mazzi: «I dati più alti tra domenica e lunedì, ci aspettano altri giorni di fuoco»

3 MINUTI DI LETTURA







Reggio Emilia Il picco di accessi ai pronto soccorso della nostra provincia è stato registrato tra domenica e lunedì, quando 520 persone si sono presentate accusando vari malesseri per lo più legati al caldo. La quinta ondata di calura, che rende roventi perfino le nottate dei reggiani, si traduce in un superlavoro per i sanitari. A restituirci l’istantanea di questa fase è il dottor Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero del Santa Maria Nuova.

Avete registrato un boom di accessi?

«Non parlerei di un vero e proprio boom bensì di un incremento costante, com’era logico aspettarsi. Nella settimana dal 14 al 20 luglio gli accessi giornalieri ai pronto soccorso di tutta provincia (compresi i Ps diurni) sono stati 477; nella settimana successiva, dal 21 al 27 luglio, sono stati 489; e tra domenica e lunedì 520, concentrati soprattutto in città dove domenica le visite sono state 220 e lunedì 273».

Esistono fasce di età particolarmente colpite o fasce orarie più critiche?

«No, contrariamente a quanto si potrebbe pensare sono rappresentate tutte le fasce di età: dalle persone che vanno a pescare ai bambini che giocano sotto il sole, fino agli adulti. Le fasce orarie di maggior afflusso invece si confermano quelle che vanno dal primo pomeriggio alla tarda serata, quando le persone finiscono di lavorare o se devono portare un anziano aspettano il calar del sole. Il mattino è più tranquillo. Si registra poi un altro fenomeno».

Quale?

«Stiamo riscontrando un lieve incremento di bronchiti, polmoniti e in generale di infezioni alle vie respiratorie».

Polmoniti con 40 gradi?

«Certo, non è un fenomeno nuovo; accade ogni anno, in concomitanza con pesanti ondate di calore. Bronchiti e polmoniti vengono associate all’inverno, ma in realtà si manifestano anche con le alte temperature poiché le secrezioni polmonari tendono a ristagnare e a infettarsi provocando l’infiammazione delle vie aeree, che si sviluppano per scarsa idratazione (non si beve quanto si dovrebbe) e per la prolungata esposizione all’aria condizionata; se si staziona per ore in un ambiente a 22 gradi e poi si esce a 38 gradi, il corpo può risentirne. Purtroppo nei luoghi di lavoro non c’è altra scelta. Sarebbe meglio tornare ai vecchi metodi, meno performanti nell’abbassare le temperature ma privi di effetti collaterali: ad esempio i ventilatori o le pale al soffitto, muovendo l’aria, bastano per dare un beneficio e sono consigliabili»

Le infezioni alle vie respiratorie come si curano?

«Se sono di tipo virale con semplici antinfiammatori, se sono batteriche si fa l’emocoltura per individuare il germe e si usano gli antibiotici».

Quali sono le previsioni? L’intera settimana sarà “calda” per i camici bianchi?

«Temo di sì, almeno per questa settimana. Vedremo quali saranno i numeri, ma nei prossimi giorni ci aspettiamo dati in linea. Fino ad arrivare ad agosto, il mese delle chiusure aziendali: a quel punto ci aspettiamo una diminuzione della pressione sui pronto soccorso legata a una riduzione delle presenze dei reggiani a casa». l