Due bocciature a scuola in tre anni, la madre: «Ha disturbi dell’apprendimento»
La battaglia di una mamma reggiana: il ragazzo soffre di Adhd, Dsa.
Reggio Emilia La scuola per Alex è diventata un calvario. Alex è il nome di fantasia di un ragazzone di 17 anni e di quasi 190 centimetri con un quoziente di intelligenza di 90 che frequenta un liceo in città e che soffre di Adhd, Dsa. Si tratta di disturbi specifici dell’apprendimento del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e fare di calcolo in modo corretto e che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.
Una famiglia di disturbi molto ampia che va dall’autismo al ritardo cognitivo e che comprende anche l’Adhd e che potremmo sintetizzare come una situazione o stato persistente di disattenzione e/o di iperattività e impulsività che si manifesta in maniera più frequente e grave rispetto agli altri bambini o ragazzi di pari età. La storia di Alex racconta di difficoltà, esclusione e disagio quotidiano, fino ad arrivare, dopo l’ultima bocciatura, a dire basta e a voler abbandonare la scuola. In tre anni di superiori due bocciature. «È dall’asilo che la sua carriera scolastica è stata complicata e gli insegnanti lo hanno sempre definito il loro fallimento più grande», dice la mamma Simona che ha deciso di ricorrere al Tar per annullare l’ultima bocciatura e per far valere il suo diritto, come previsto dalla legge, «a un trattamento inclusivo e a un piano didattico personalizzato, che tenga conto delle sue specifiche esigenze».
Un percorso che a detta della mamma di Alex «la scuola non ha intrapreso». «Ci sono tante famiglie che stanno vivendo la stessa situazione. Non escono allo scoperto per non sentirsi dire da altri genitori, come è accaduto alla sottoscritta, che il genitore di un figlio con problemi deve risolverli da solo e non scaricarli sulla chat di classe», sostiene Simona nel ricostruire la storia scolastica del figlio e la sua decisione di far ricorso al Tar dopo essersi già rivolta a due avvocati e a medici che hanno certificato le difficoltà di Alex. È una strada che però costa. Serviranno circa 5mila euro che Simona non ha e per questo ha avviato sulla piattaforma Gofundme la raccolta fondi: “Aiutiamo un ragazzo fragile a ottenere giustizia”. Con l’intento, scrive, «di salvaguardare il suo diritto verso una scuola che gli ha negato il diritto allo studio, non applicando quanto previsto dalla normativa e compromettendo il suo successo scolastico». E sollecitandolo, aggiunge «a cambiare scuola». Un modo comodo e spiccio per scrollarsi il problema di dosso.
Per Alex quest’anno è stato un macello, ricostruisce la madre, «nonostante il corso con l’insegnante della classe, i risultati sono stati disastrosi, il 6 in condotta e una sospensione di tre giorni, quando lo scorso anno aveva 8 in condotta e una media del 6,5». La scuola prosegue «non ha fatto alcun piano didattico individuale previsto dalla normativa e dalle linee guida ministeriali che è un patto a quattro: studente, famiglia, consiglio di classe e medico che lo segue. Sono ragazzi che, come Alex, non hanno autostima, sono a rischio di dispersione scolastica e vengono emarginati da scuola e società». A complicare la situazione, il fatto che al momento del passaggio alle superiori l’Ausl reggiana non ha riconosciuto ad Alex di essere affetto da Adhd. Ma, conclude Simona, «quando mio figlio è stato sospeso mi sono rivolta a un esperto come il professor Giacomo Stella. La sua equipe ha riconosciuto ad Alex un Adhd per iperattività, un disturbo motorio e un disturbo del linguaggio. Ho consegnato tutto alla scuola, che però ha ignorato la certificazione e lo ha rimandato in italiano, matematica e scienze e poi bocciato». Poi torna alla raccolta fondi: «L’ho fatto anche se per me è imbarazzante. Ma non ho altre strade. Ho contattato anche l’Unicef, l’Anfass di Guastalla, che mi è a fianco, come lo è l’Aifa (Associazione italiana famiglie Adhd) che mi sta dando un supporto normativo e informativo. Devo fare ricorso al Tar, altrimenti Alex dovrà ripetere l’anno e mi ha già detto che non ha intenzione di tornare a scuola in seconda». l © RIPRODUZIONE RISERVATA