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I numeri shock

Morti sul lavoro, è allarme: da gennaio già sei lavoratori deceduti

Morti sul lavoro, è allarme: da gennaio già sei lavoratori deceduti

Dai dati dell’Osservatorio Reggio Emilia è in zona rossa. La Uil alza la voce: «Serve investire in formazione i miliardi Inail e inasprire le pene»

09 agosto 2024
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Reggio Emilia Anche la nostra città è in zona rossa per il numero dei morti sul lavoro dopo il giro di boa dell’anno solare 2024. Il bilancio a livello nazionale emesso dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, infatti, è a dir poco drammatico, con 469 vittime, 19 in più del 2023 (+4,2%).

Zona rossa

In zona rossa, vale a dire le regioni maglia nera per quanto concerne i dati (incidenza infortunistica superiore al 125%), ci sono la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige, la Sicilia, la Campania, l’Emilia Romagna e l’Umbria.

Il settore delle costruzioni è quello con più vittime: sono 68. Continua a crescere il numero delle denunce di infortunio: +0,9% rispetto a giugno 2023. La Lombardia ha il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (64). Seguono: Emilia-Romagna (41) che si classifica al secondo posto, Lazio (39), Campania (35), Sicilia (30), Piemonte (23), Puglia (22), Toscana (21), Veneto (17), Trentino-Alto Adige (15), Calabria e Abruzzo (9), Liguria (8), Umbria (7), Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Marche (6), Basilicata (3), Valle d’Aosta (2) e Molise (1). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (122 su un totale di 364). Le donne che hanno perso la vita sono 28, mentre 12 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 81, mentre sono 22 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 252.951 a fine giugno 2024

La Uil alza la voce

I dati semestrali pubblicati dall’Inail fanno alzare le antenne dei sindacati reggiani.

«Nel periodo tra gennaio e giugno di quest’anno sono stati già 6 i lavoratori che hanno perso la vita sul luogo di lavoro a Reggio rispetto ai 2 dello stesso periodo dell’anno precedente – afferma il coordinatore Uil Roberto Rinaldi –. I protocolli e le leggi vanno applicate, lo sosteniamo ogni qual volta ci confrontiamo con le istituzioni, gli istituti predisposti ai controlli e le parti datoriali: che senso ha, ad esempio, emanare un’ordinanza regionale contro l’emergenza caldo, che ricordiamo prevederebbe il fermo delle attività lavorative soprattutto in edilizia ed agricoltura nelle ore più calde, sempre se la temperatura supera i 35 gradi centigradi, e poi in questi giorni registriamo tutti i cantieri a pieno regime con temperature vicino ai 38 gradi? ».

Ribadisce Rinaldi: «In questo territorio così come in tutto il Paese c'è’ il tema dei controlli che sono pochi e poco restrittivi. Se a questo aggiungiamo che il Governo ha partorito un topolino con la patente a crediti, da noi duramente contestata, è facile affermare che il cancro degli infortuni e dei morti sul lavoro non si vuol realmente estirpare. Il problema è innanzitutto culturale, pertanto occorre investire i 2 miliardi di euro di avanzo del bilancio dell’Inail in formazione, a partire dalle scuole e magari interessando anche i datori di lavoro, soprattutto di imprese artigiane piccole e piccolissime. Servono più ispettori e controlli da parte degli organi competenti, Asl, Ispettorato del lavoro, forze di polizia a tutti i livelli. È necessario riconoscere l’omicidio sul lavoro inasprendo le pene nei confronti dei datori di lavoro negligenti». 

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