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Sabato 10 agosto

Torna il mostro di Gavasseto: il serpentone entrato nella storia

Serena Arbizzi
Torna il mostro di Gavasseto: il serpentone entrato nella storia

Sarà svelata la statua a grandezza naturale alla sagra di San Lorenzo

10 agosto 2024
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Reggio Emilia Era la fine degli anni Sessanta: mentre il primo uomo posava il piede sulla luna nelle campagne di Gavasseto veniva avvistato un “mostro” avvolto nel mistero. Si trattava di un lucertolone, un coccodrillo, un drago: comunque un grande rettile che faceva parlare tutta Reggio Emilia. Agli angoli delle strade si formarono code con centinaia di macchine di curiosi e i cittadini erano spaccati in due: chi credeva nel “mostro” e chi, invece, lo considerava frutto di uno scherzo.

Il serpentone entrò nella mentalità collettiva tanto da fare breccia su più settori della società. Il giornalista Mauro Romoli gli dedicò una ballata malinconica: “Oggi piange il Mostro di Gavasseto”, mentre Gaudio Catellani ne scrisse una canzone: Gavassej. Il mostro non fu però più visto e venne dimenticato. Un gruppo di cittadini volenterosi e amanti della tradizione ha rispolverato il “mostro” ricreandolo. Il circolo culturale L’Orlando Furioso di Reggio Emilia, nato da un’idea dell’onorevole Gianluca Vinci, ha deciso di dare forma tangibile alla memoria collettiva realizzando una statua a grandezza naturale del “mostro”. Statua che verrà esposta in anteprima proprio a Gavasseto, alla sagra di San Lorenzo. La sagra torna, infatti, fino a domani: si tratta di una kermesse serale che celebra da decenni tempo libero e religiosità. Quest’anno avrà, appunto, un ospite speciale: la statua del cosiddetto “mostro di Gavassetto”, avvistato da alcuni agricoltori nell’ottobre 1967 nei pressi del fontanile dell’Ariolo, una zona naturalistica protetta a livello europeo.

L’incontro, all’epoca, con questo nostrano mostro di Loch Ness, sconvolse la popolazione per settimane e calamitò a Reggio persone da tutta Italia, aprendo la stagione della “caccia al mostro”. Il caso ebbe un seguito negli anni Ottanta del secolo scorso con un secondo avvistamento nel Rodano, nei pressi di Villa Curta a pochi chilometri da Gavasseto. L’animale gigantesco, collocato a metà tra serpente e mostro preistorico, da allora è entrato nella leggenda popolare, divenendo parte della storia locale al punto da essere citato nelle pagine ufficiali del Comune di Reggio Emilia e nelle ricerche del circolo culturale Il Gabbiano. Quest’anno, dopo una conversazione con un discendente di chi ha avvistato il mostro, Simone Campani, e grazie a uno schizzo a mano di un ragazzo del posto, Matteo Mattioli, che ha ripreso i dettagli riportati sui giornali dell’epoca, il circolo culturale L’Orlando Furioso di Reggio Emilia, ne ha riprodotto la statua a grandezza naturale, con fattezze e colori identici al racconto dei testimoni oculari dell’epoca e dai fatti riportati dai giornali del periodo. L’opera, realizzata dall’artista Be, L pseudonimo della scultrice, specializzata in ricostruzioni iperrealistiche di arti e protesi, effetti speciali e scenografie per il cinema, Erica Buzzi, è un impressionante mostro alto due metri e 10 centimetri capace di lasciare a bocca aperta grandi e piccini. Il lavoro, dopo l’anteprima di oggi, resterà visibile anche domani sera nel corso della sagra. «È bello e doveroso tenere vive le tradizioni e le credenze popolari che hanno segnato un territorio: la memoria collettiva del “mostro dell’Ariolo” è parte anche della storia presente», afferma l’onorevole Gianluca Vinci. Dell’opera sono già in programmazione ulteriori tappe con esposizioni che seguiranno, di qualche mese, la presentazione ufficiale di oggi. l © RIPRODUZIONE RISERVATA