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La raccolta

Al via una vendemmia anticipata pochi giorni dopo Ferragosto

Claudio Corradi
Al via una vendemmia anticipata pochi giorni dopo Ferragosto

Si partirà con la raccolta delle uve bianche, a seguire Ancellotta e Lambruschi La qualità del prodotto si preannuncia ottima e la quantità soddisfacente

11 agosto 2024
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Reggio Emilia Anche in territorio reggiano si prepara a dare il via alla vendemmia 2024 con alcuni giorni di anticipo rispetto allo scorso anno. Per le uve bianche, che nel nostro territorio rappresentano il solo 4% della produzione complessiva, la raccolta inizierà già pochi giorni dopo Ferragosto mentre per il grosso della produzione tipica, Ancellotta e Lambruschi, i grappoli dovrebbero completare la loro maturazione nei primi giorni di settembre. Si stimano quindi cinque o sei giorni di anticipo per l’Ancellotta mentre i Lambruschi al momento risultano ancora molto disomogenei da zona a zona.

Tutto dipenderà ovviamente anche dall’andamento climatico dei prossimi giorni che al momento, dopo le forti raffiche di vento con velocità prossime ai 60 chilometri orari che si sono fatte registrare un po’ su tutta la provincia la sera del 7 agosto scorso, ha portato ad un momentaneo abbassamento delle temperature massime di circa 2 gradi centigradi. Una modesta boccata di ossigeno per i vigneti fortemente assolati ormai un mese e mezzo con temperature massime sempre al di sopra dei 32 gradi centigradi ed escursioni termiche fra il giorno e la notte che difficilmente hanno superato i 6 gradi. L’ultima pioggia degna di rilievo risale al 20 luglio scorso anche se molti vigneti quest’anno non sono nemmeno stati irrigati. In effetti da questo punto di vista del 2024 non ci si può lamentare visto che la primavera particolarmente piovosa ha permesso alla coltura di vegetare regolarmente e senza stress idrici fino ad oggi. Ora gli acini stanno invaiando, vale a dire assumendo la colorazione tipica della varietà, che è particolarmente apprezzabile sulle uve rosse che sono le più caratteristiche del nostro territorio.

Al momento la qualità del prodotto si preannuncia ottima e la quantità soddisfacente visto che si stimano crescite di produzione dell’ordine del 5-10% rispetto a quelle dello scorso anno. Stime di produzione che tuttavia sono sempre difficili da mettere a fuoco in funzione del più attuale dei problemi del comparto che è rappresentato dalle due gravi malattie, Flacescenza dorata e Legno nero, che rendendo necessaria l’eliminazione delle piante malate genera dei vuoti produttivi fra i filari. Questi possono anche raggiungere il 30% di piante mancanti rispetto al totale e di conseguenza significare una percentuale analoga di mancanza di produzione. In ogni caso le premesse produttive sono migliori rispetto a quelle dello scorso anno, un aspetto non certo scontato vista la primavera piovosa e difficile, ma come sempre gli ultimi giorni di maturazione saranno decisivi sia sul fronte qualitativo che quantitativo. La qualità per esempio in questa fase di fine maturazione beneficerebbe di forti escursioni termiche fra il giorno e la notte e temperature massime non superiori ai 36 gradi centigradi e tali da paralizzare l’attività della pianta.

Relativamente alla quantità della produzione invece permane sempre l’incognita del mercato che penalizza i valori di remunerazione del prodotto quando questo è abbondante. Un altro anno con un mercato del nostro vino a prezzo eccessivamente basso sarebbe insopportabile per le aziende viticole che vengono da due annate consecutive con costi di produzione superiori a quelli dei ricavi. Dal punto di vista quantitativo lo scorso anno le cantine sociali della nostra provincia, che rappresentano il 98% della produzione dell’intero territorio, hanno prodotto 1.160.000 quintali di uva pigiati nei 13 stabilimenti operativi del reggiano. La produzione della vendemmia 2023 è stata la più bassa degli ultimi 6 anni, bisogna infatti andare al 2017 per trovare un’annata produttivamente più scarsa, ed anche l’atteso incremento produttivo di quest’anno non comporterà una produzione a livelli eccezionali ma si andrà a riallineare con la produzione media degli ultimi 10 anni. l