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L’inchiesta/2

«Materie prime su del 15% costretti ad alzare i prezzi»

Manuel Marinelli
«Materie prime su del 15% costretti ad alzare i prezzi»

Alla cremeria Capolinea così non si rinuncia alla qualità

12 agosto 2024
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Reggio Emilia Simone De Feo, titolare della pluri premiata cremeria Capolinea parla chiaro: «Le materie prime hanno subito aumenti del 15%. Di questo passo presto dovremo ritoccare il listino».

Un cono qui costa più o meno come nelle altre gelaterie di Reggio, tre euro, un prezzo che difficilmente potrà essere mantenuto con questi standard di qualità, che sono valsi alla cremeria il premio di miglior gelateria d’Italia nel 2016 secondo Dissapore, oltre al riconoscimento Tre Coni di Gambero Rosso.



De Feo, il prezzo del gelato è cresciuto non poco negli ultimi anni. Cosa incide maggiormente sul costo?

«Parto con questo esempio: lo zucchero negli ultimi 18 mesi ha subito un aumento del 40%, altri zuccheri tecnici come il destrosio, che è un altro zucchero utilizzato in gelateria, lo pagavo 90 centesimi, ora 1,70. Su quasi tutte le materie prime c’è stata una crescita importante, alcune di più altre meno. Il latte lo acquistiamo in realtà locali e non è aumentato troppo fortunatamente».

Avrete ritoccato il listino di conseguenza...

«Sì qualche tempo fa abbiamo aumentato. Noi non scendiamo a compromessi in termini di materia prima, la qualità è una nostra prerogativa. Quest’anno abbiamo scelto di tenere fermi i prezzi ma temo che sia solo una questione di tempo prima di un prossimo rincaro, l’anno prossimo quasi sicuramente dovremo andare a ritoccare.

Quali altre spese pesano sul bilancio di una gelateria come la vostra?

«Impossibile non citare l’energia elettrica, negli ultimi anni il prezzo al chilowatt è fluttuato parecchio, abbiamo avuto bollette della luce triplicate in alcuni periodi. Ora la situazione è un po’ rientrata ma parliamo comunque di aumenti intorno al 20%. Poi c’è il personale, la prima voce di spesa del nostro bilancio. Tra la sede qui in via Simonazzi a Reggio e quella di via Tenni a Baragalla contiamo dai 10 ai 13 dipendenti. Da noi come in tanti altri paesi europei la manodopera costa. Non è che se uno apre un locale in Spagna spende meno, era così una volta. La differenza è che in altri paesi c’è un altro potere d’acquisto... »

Lo scorso inverno è stato parecchio mite, è sufficiente per lavorare 365 giorni l’anno?

«Sicuramente abbiamo lavorato molto questo inverno. Però negli ultimi anni abbiamo pagato tutti lo scotto di una brutta primavera, quei mesi non si recuperano più. La differenza di fatturato tra estate e inverno continua a essere comunque molto importante».

Arrivando a temi più leggeri, quali sono i gusti preferiti dai reggiani?

«Dipende dai clienti ma i più venduti sono crema, nocciola, pistacchio e zabaione. Tra le nostre specialità si distinguono il “ naufragar mi è dolce”, la nostra versione di tiramisù, e anche la torta cioccolatino piace molto.


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