Gazzetta di Reggio

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L’evento

Il Ferragosto alla tortellata di Campolungo

Luca Tondelli
Il Ferragosto alla tortellata di Campolungo

Mercoledì 14 e giovedì 15 semaforo verde al classico appuntamento

14 agosto 2024
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Castelnovo Monti In questi giorni sembra un formicaio la canonica di Campolungo, borgata panoramica all’ombra della Pietra di Bismantova. Un formicaio ovviamente nel miglior senso del termine, pieno di decine di volontari di tutte le età, dai bambini a chi ha abbondantemente superato gli “anta”, tutti impegnati a preparare decine di migliaia di tortelli freschi. Devono arrivare almeno a 70mila, che saranno come sempre “polverizzati” nelle due serate del 14 e 15 agosto, quando nel piazzale della canonica andrà in scena la tradizionale e amatissima Tortellata di Campolungo.

Una festa per la quale ormai basta solo il nome, perché è davvero una delle più attese dell’estate in Appennino. Ma qual è la caratteristica unica di questa festa, in un territorio in cui in estate le sagre gastronomiche sono tante, numerose anche quelle che propongono tortelli? È proprio che qui vengono fatti a mano, e il processo viene svolto nei giorni immediatamente prima della festa. C’è chi impasta uova, farina e sale per fare la sfoglia, e parliamo di centinaia di uova e chili e chili di farina. C’è chi prepara i ripieni, che saranno disponibili in quattro varietà: verdi, di patate, di zucca e di radicchio. C’è chi stende la pasta e chi, con la saccapoche, distribuisce le “palline” di ripieno sulle strisce di sfoglia, chi la piega e infine chi la taglia con la classica rotella. Una catena di montaggio ma quanto mai artigianale, in cui tutti lavorano con il sorriso e in cui si crea un fortissimo e quasi commovente dialogo inter-generazionale. C’è ad esempio la signora Marisa, presente fin dalla prima tortellata del 1987, che non salta un’estate. «Ho perso solo i due anni del Covid», quando la tortellata peraltro non si è fatta. Marisa è di Casale, borgata “attaccata” a Campolungo, e di anni ne ha 90, ma ha ancora una manualità invidiabile nel preparare i tortelli. «La prima edizione – racconta – fu quasi una prova. Preparammo pochi tortelli, avevamo pochi attrezzi in cucina, fu tutto un tribolare. Ma l’idea piacque, e abbiamo continuato, fino ad arrivare a 50, 60, 70 mila tortelli e qualche anno forse anche di più. Ma c’è un limite proprio perché li prepariamo nei giorni immediatamente prima della festa. Se ne avessimo anche di più li daremmo via tutti: spesso i 70mila che prepariamo a metà della seconda serata finiscono». Mentre parla Marisa continua a farcire i tortelli: «Oggi faccio quelli di radicchio, ieri li ho fatti di patate». È quasi un rito quello che si celebra ogni anno ormai dagli anni ’80, ed è adeguato parlare di ritualità visto che tutto ruota attorno alla parrocchia e sul retro della chiesa del paese. Un rito inter-generazionale, perché qui sta crescendo una nuova generazione di “rezdore” a fianco delle “professioniste” che vengono da anni. Ragazzi e ragazze giovanissime che assumono una competenza, quella della preparazione a mano dei tortelli, che sicuramente gli potrà tornare utile per tutta la vita. Come ad esempio Gaia ed Elena, impegnate anche loro a preparare tortelli. Gli chiediamo se è la prima volta che partecipano. Sorridendo, rispondono così: «No no, veniamo fin da quando eravamo piccole». Gaia ed Elena hanno 11 e 13 anni, e fa un po’ riflettere il loro «da quando eravamo piccole» ma davvero qui si punta a coinvolgere tutta la comunità di Campolungo, anche i bambini. Non ci sono però solo residenti della borgata o del vicino paese di Casale ma anche persone che vengono a dare una mano da un po’ tutto il comune, e negli anni scorsi anche villeggianti di Milano venivano apposta per aiutare in questa grande fase preparatoria.

Un tortello dopo l’altro, ormai comunque è tutto pronto. Alla festa oltre ai tortelli non mancheranno altre specialità della cucina montanara, quali arrosti, torte caserecce, e per i più piccoli lo zucchero filato. Nelle due serate, le stesse persone che ora sono impegnate nella preparazione del cibo si occuperanno del servizio ai tavoli, in un clima di accoglienza e amicizia che è l’altro ingrediente segreto della festa. Tutti con il medesimo intento di valorizzare il paese e raccogliere fondi per finalità e progetti solidali che ogni anno vengono sostenuti dalla festa.

Nello specifico quest’anno si punta a donare apparecchiature mediche alla clinica di Bacho, in Etiopia, attraverso l’associazione “In missione con noi”, mentre una parte del ricavato andrà all’associazione “MK Onlus” per l’allestimento di una sala parto in Burkina Faso.

Non saranno solo due serate di grandi piatti tipici: ci sarà anche una ricca proposta musicale, stasera con la Fuori Controllo Band, domani con Marco e Simone Duo. Ciascuna serata inizierà a partire dalle ore 19.