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Turismo in calo a Reggio Emilia: «È necessario diversificare l’offerta»

Turismo in calo a Reggio Emilia: «È necessario diversificare l’offerta»

L’analisi di Lapam Confartigianato: per l’estate 2024 -14,7%. La ricetta di Casolari

21 agosto 2024
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Reggio Emilia Nel 2023 a Reggio Emilia si sono contati complessivamente 767mila pernottamenti di turisti, il 3% in più rispetto al 2022, ma il 9,2% in meno rispetto al 2019. È quanto fotografa un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha svolto una ricerca sull’afflusso turistico per esaminare il trend dell’estate 2024, basandosi su quanto osservato nell’anno precedente.

Pernottamenti

Se consideriamo il periodo estivo del 2023, ossia i mesi da luglio a settembre, in provincia di Reggio si contano oltre 219mila pernottamenti. Questi tre mesi rappresentano il 28,6% dei pernottamenti totali registrati nell'anno. Quasi un terzo (precisamente il 30,1%) di questi pernottamenti sono dovuti a stranieri. Rispetto all'estate 2022, la provincia di Reggio segna nel 2023 un calo di pernottamenti (-1,8%): un calo più marcato per i pernottamenti di italiani (-5,5%) mentre quelli di turisti stranieri risultano in aumento (+8%). Complessivamente, il numero di pernottamenti in provincia non ha ancora recuperato i livelli pre Covid (-9,3%): quelli di turisti stranieri hanno superato i valori dell'estate 2019 con un +1,3%, mentre quelli di turisti italiani segnano un -13,2%.

Le entrate

I dati relativi alla domanda di lavoro ci dicono che, per l’estate 2024, nei mesi di luglio, agosto e settembre le imprese reggiane dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici prevedono 1.850 nuove entrate, pari al 15,6% delle quasi 12 mila previste dalle imprese di tutti i settori. Rispetto allo stesso periodo del 2023 si rileva però un trend decrescente, con 400 ingressi preventivati in meno (un calo del 19,2%, a fronte di un -14,7% delle entrate).

La spesa di turisti stranieri in Emilia-Romagna nel 2023 ammonta a 2,4 miliardi, 287 milioni di euro in più rispetto alla spesa registrata nel 2022 e superiore di 183 milioni a quella accertata nel 2019.

Le imprese artigiane

Alla fine del primo trimestre 2024, le imprese artigiane di Reggio che potrebbero essere interessate dalla domanda turistica sono 2.145 e danno lavoro a 6.508 addetti. Il comparto principale è l'abbigliamento e calzature che conta 659 imprese seguito da 471 imprese dell'agroalimentare. Sono 349 i ristoranti e le pizzerie che insieme a 161 bar, caffè e pasticcerie che mettono a disposizione dei turisti le eccellenze agroalimentari. Un’anteprima dell’andamento del turismo nei primi sei mesi del 2024 mostra un -5,4% di pernottamenti a Reggio rispetto allo stesso periodo 2023 e un calo dell’11,5% rispetto ai primi sei mesi del 2019.

Il futuro

«Per quanto sia presto per avere dati ufficiali per l’estate 2024 – commenta Daniele Casolari, responsabile sindacale e delle categorie Lapam Confartigianato – i numeri sono in chiaroscuro. Guardando i dati del 2023 il trend dovrebbe essere in calo per questa stagione estiva. Una delle criticità maggiori sarà reperire quelle figure professionali di cui gli operatori del settore hanno necessità. Reggio Emilia, dall’Appennino alla città, grazie alle opportunità in termini di prodotti e servizi richiama diversi turisti, non solo provenienti dalla nostra regione ma anche da altre parti d'Italia e persino del mondo. Il rischio è che senza lavoratori si comprometta proprio la qualità dell’offerta stessa». «Abbiamo bisogno di sensibilizzare i giovani – prosegue Casolari – e invogliarli a intraprendere un percorso di crescita che può essere molto gratificante nei settori a oggi più carenti di figure professionali specializzate. La formazione diventa dunque un aspetto fondamentale, come la promozione e l'organizzazione di iniziative culturali di richiamo per attrarre sempre più persone e invertire un trend ancora leggermente negativo per la città come presenze. Come associazione vogliamo sensibilizzare anche gli operatori a una cultura dell'esperienza: non solo da tramandare ai giovani per farli appassionare alla storia e alle tradizioni locali, così da poterle offrire anche ai turisti, ma anche per diversificare l'offerta. Per emergere è necessario offrire una vera e propria esperienza al visitatore, anche implementando la conoscenza delle lingue straniere, rinnovando le proposte così da diversificare l’offerta e aumentare la qualità».l © RIPRODUZIONE RISERVATA