Da Bagnolo fino in Messico piangono il 54enne Nicola Rustichelli
Bagnolo Malato di Sla, l’ideatore delle webcam messicane lascia la moglie e un figlio di 10 anni
Bagnolo È morto, stroncato dalla Sla a 54 anni, Nicola Rustichelli. “Nico”, o “Rusti”, come amavano chiamarlo gli amici e le persone care, ha sempre detto di sentirsi metà italiano e metà messicano, senza riuscire a spiegarsi da dove fosse nata in lui, fin dall’infanzia, questa grande passione.
Un amore che, senza mai spezzare il legame con la sua Italia, lo ha portato fino a realizzare nel paese d’oltreoceano la propria famiglia e un’impresa lavorativa, la Webcams de México, che ha contribuito a tal punto alla promozione delle bellezze naturalistiche, storiche e culturali messicane da fargli meritare una Menzione d’onore, attribuitagli dallo Stato del Messico. Ora a piangerlo sono due stati e molteplici le comunità, di cui l’occhio delle sue webcam, installate in lungo e in largo per il Messico, ha contribuito a diffondere la conoscenza nel mondo. Il dolore più intimo e grande è, però, quello del papà Gianni, della moglie Cristina Herderia, 48 anni di origine messicana, e del figlio Leo, che la coppia aveva avuto dieci anni fa e alla quale ha voluto assicurare un’istruzione nelle scuole italiane, rientrando in Italia nel 2020. Il bambino frequenta le elementari di Bagnolo, dove la coppia ora risiedeva.
Un rientro stabile per Rustichelli solo da gennaio di quest’anno, proprio per affrontare nel migliore modo possibile l’evoluzione della Sla, una malattia neurodegenerativa che, purtroppo, a oggi, non ha possibilità di guarigione. Fino ad allora il 54enne, pur già costretto sulla sedia a rotella, per seguire la propria attività e, nello stesso tempo, stare accanto al figlio aveva fatto numerosi suoi viaggi tra i due paesi. Una storia bellissima e piena di passione quella di Nico, che, purtroppo, si è chiusa in modo drammatico, lasciando ad altri semi che potranno portare a ulteriori germogli.
Come è stato quello sbocciato per la comunità indigena di Amealco nello stato di Queretaro, nel Messico centrale, le cui bambole artigianali Lele, simbolo del Messico, sono diventate note anche grazie alle telecamere della rete fondata da Rustichelli. Il 54enne è morto martedì, nella Casa Madonna dell’Uliveto di Montericco dove era ricoverato da un paio di settimane a causa del peggioramento delle sue condizioni.
Ieri pomeriggio si è svolto il funerale nella chiesa di Bagnolo. Martedì sera nella stessa chiesa è stato molto partecipato il Rosario. Tantissimi amici, ritrovati in Italia in queste circostanze drammatiche, si sono stretti alla moglie e al figlio. La Sla, diagnosticata a Rustichelli nel maggio del 2023 proprio al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, città dove era nato e si era laureato in Economia e finanza e dove è tornato per cercare di capire da cosa fossero provocati i suoi recenti malesseri, ha minata il suo corpo in modo rapido e inesorabile, ma non la sua mente. Per affrontare terapie e cure per alleviare le sue condizioni la famiglia ha dato fondo a tutte le proprie risorse economiche ed è stata costretta a vendere in Messico una casa e la stessa società proprietaria di Webcams de Mexico che era stata costituita tra Rustichelli e la moglie.
Per affrontare questa situazione drammatica e cercare di garantire un futuro alla sua famiglia il 54enne ha anche lanciato due raccolte fondi, una in Italia e una in Messico, tramite la piattaforma Gofundme, che sono ancora aperte per chi volesse contribuire.
Il calvario dell’uomo e della sua famiglia è raccontato con struggente semplicità dalla moglie. «Nico ci manca già», si è lasciata andare nel racconto Cristina Herderia che ha deciso di rimanere in Italia, «per la stabilità di Leo che qui si è fatto tanti amici».
«Ci siamo conosciuti durante una vacanza di Nico in Messico nel 2006. Un amore a prima vista – ha ricordato –. La Sla ha iniziato colpendo i muscoli delle estremità, piedi, gambe, braccia e mani fino a costringerlo sulla sedia a rotelle dall’estate scorsa. Ha perso l’uso della parola a marzo. Non si aspettava che sarebbe stata così veloce. Ma eravamo consapevoli. In Italia era contento di avere ritrovato gli amici. Ora sono la mia colonna».